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Intervista con Stolen Apple

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view post Posted on 7/1/2017, 10:40
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Intervista con Stolen Apple

"Trenches", è l'album d'esordio della nuova alternative rock band Stolen Apple. Il disco - che sta avendo ottimi riscontri da parte dei media - è stato prodotto in collaborazione con Rock Bottom Records (distribuito da Audioglobe). Stone Apple sono: : Riccardo Dugini (voce e chitarre), Luca Petrarchi (voce, chitarre, mellotron, organo e synth), Massimiliano Zatini (voce, basso e armonica), Alessandro Pagani (voce, batteria, piano e percussioni). Ecco l’intervista gentilmente rilasciata…

In quale occasione si è formata la vostra band?
Il progetto Stolen Apple è iniziato nel 2008 dopo lo scioglimento dei Nest, band dove militavano Riccardo Dugini - chitarra e voce - e Luca Petrarchi - chitarra e voce, a cui si sono aggiunti Massimiliano Zatini al basso e Alessandro Pagani alla batteria.

Quanto è importante l’impatto live per un gruppo come il vostro?
Molto, ma non troppo. Perchè cerchiamo sempre di non snaturare le nostre personalità a vantaggio delle apparizioni dal vivo: ci piace rimanere sempre noi stessi, con le imperfezioni e le nostre peculiarità. Trasmettere emozioni è la parte più interessante e costruttiva di un concerto. Se riusciamo sempre in questo - e fino ad ora non è successo il contrario - l'effetto dei nostri live sarà sempre incisivo ed appagante, sia per chi viene a vederci, che per noi.

Quanto conta per voi la musica come mezzo di espressione?
Anche qui molto, ma anche qui non troppo. Pur essendo un veicolo fortemente sociale non avendo criteri di divisione, confini da definire, colori da discriminare, o culture che vi si scontrano dentro, siamo consapevoli che la musica non può bastare per raccontare - o meglio giustificare - una vita, una dedizione, o un'attitudine comune, se non in casi rari ed eccezionali. Nel nostro caso, attraverso la musica, vogliamo parlare a noi stessi, prima di arrivare agli altri. Elaborando a fondo idee e sentimenti personali che non potranno certo cambiare il mondo, ma ci aiuteranno a vedere in modo migliore la nostra strada.

Da che cosa traete ispirazione per i vostri pezzi?
I brani parlano di esperienze vissute, di intuizioni fugaci, di ricordi ancora vivi, di poesia e maledizione, di felicità è futuro, di pazzia e libertà. Spaziando in così vari temi, le suggestioni possono nascere da qualsiasi cosa: appunto un ricordo, un colore, un profumo o una semplice parola.



Pensate sia in atto un’importante rivoluzione nel mondo della musica?
Forse c'è già stata: l'avvento della tecnologia su tutti i campi, ha modificato quasi totalmente il rapporto tra coloro che creano musica, ed i rispettivi fruitori. E' cambiato il modo di ascoltare musica come di assistere ad un concerto, ma è diversa anche la maniera di creare musica. Adesso puoi raggiungere la perfezione in brevissimo tempo, senza che nessuno si accorga della mancanza di 'canoni tecnici' od accademici. Noi crediamo invece che la musica debba sempre nascere dal cuore, quindi contenere imperfezioni e sfumature personali difficilmente ripetibili, caratteristiche esclusive che fanno d' ogni opera d'arte un pezzo unico.

Cosa pensate sia da salvare della musica del passato?
Collegando la risposta alla precedente, prima di tutto l'ammirazione per coloro che hanno inventato (di fatto) musica partendo dal presupposto di non modificare mai i propri aspetti, a vantaggio della mercificazione del prodotto artistico. Se invece la tua domanda si riferisce a nomi o generi specifici, allora ci vorrebbe un libro intero. In ogni caso, secondo noi il punk ha dato una bella svolta alla storia della musica dell'ultimo mezzo secolo.

C’è voluto parecchio tempo per realizzare il vostro album d’esordio “Trenches”?
Il missaggio del disco è stato più complesso della registrazione, che invece è stata fatta in un giorno solo suonando in diretta con pochissime sovraincisioni, questo per essere più fedeli al nostro suono dal vivo. Abbiamo successivamente provato un mix in maniera mono, un esperimento che ha reso il suono del disco più originale, meno pleonastico, un po’ più vintage, che forse lo ha reso non proprio corrispondente ai canoni della moda, ma che parla di noi in maniera intensa.

C’è qualche brano cui siete più affezionati?
Ognuno ha i suoi di riferimento. In ogni caso - forse inutile dirlo - tutto si muove in relazione al momento ed al luogo in cui i brani vengono suonati. Da qui ogni volta riparte sempre un flashback che riconduce alla stesura del brano e a tutto ciò che ad esso è collegato.

In genere, come nasce per voi, un nuovo brano?
In maniera assolutamente spontanea, componendo in sala prove (la cantina di Riccardo, luogo ormai di culto che ha visto nel tempo susseguirsi persone, gruppi, e generi). L'estemporaneità della creazione rende ogni brano esclusivo ma allo stesso tempo free, in tal modo riusciamo ad imprigionare temporaneamente un'idea, per poi liberarla nel momento in cui diventa canzone.

Amate la lettura? Eventualmente avete qualche scrittore da consigliare?
Una marea di artisti che vanno da un estremo all'altro....dall'ingannevole semplicità di Munro all'avantpop di Foster Wallace, dall'irriverenza di Luttazzi alla forza realista di Malaparte, dall'humour nordico di Paasilinna all'ironia assurda di Flann O' Brien, dalla ricchezza epica di Melville alla prosa modernista di Conrad, dal fascino esotico di Herman Hesse a quasi tutti i fumetti italiani, dalla sperimentazione della beat generation alla follia di Kafka....ecc....ecc....ecc....

Poesia e musica. Ci sono dei punti in comune?
Moltissimi. L'esempio più vicino a noi è il brano "Daydream", poesia di Daniela Pagani scritta in italiano, che il nostro batterista Alessandro ha voluto tradurre in inglese. Il sogno che Daniela nella sua poesia del 1986 traduce in versi, nel nostro disco prende forma di musica. La poesia è già musica e viceversa, entrambi posseggono capacità di comunicare in modo semplice quanto affascinante, evocando emozioni che accarezzano continuamente le attività umane.

Quanto conta l’intuito in fase di creazione di un album?
La risposta dovrebbe essere privata, perchè ognuno di noi porta dentro di sè la propria inventiva non definibile in parole. E' mettere a disposizione degli altri la propria fantasia insieme all'intelletto - talvolta anche scendendo a piccoli compromessi comuni - che porta a risultati collettivi. Essere perspicaci aiuta ad arrivare al traguardo prima, ed in maniera meno dolorosa possibile.

Il rock può ancora dirsi un mezzo per esprimere la ribellione verso quello che nella società non va?
Diremmo di no. Sebbene nel tempo sia stato un combustibile eccezionale per far sì che intere generazioni esprimessero i loro ideali, non vediamo nel panorama attuale nuovi interessi legati a sensi di opposizione attraverso la musica rock - ed in generale tramite ogni tipo di musica - da parte delle nuove generazioni. Naturalmente è sempre difficile generalizzare, ma per esperienze ricorrenti giornaliere, notiamo ormai da tempo come si sia sempre più interessati all'ultima marca di iphone, automobile o capo di vestiario, rispetto ad un nuovo gruppo o genere musicale, commerciale o alternativo che sia. La musica compie ogni giorno nel mondo il suo lavoro più ottimale, cioè quello di intrattenere. Le rivoluzioni legate ad'essa, ormai fanno parte del passato.

Avete qualche progetto in fase di lavorazione che vedrà luce nel 2017?
Innanzitutto proseguire nella nostra dimensione dal vivo, che ci vedrà anche trasformati in versione semi-acustica. Inoltre alcune apparizioni live in alcune radio, e la genesi di nuovi brani. La fase creativa di un progetto artistico non deve finire mai, e se anche il risultato fosse insoddisfacente, sono proprio gli errori che aiutano a migliorare.

WEB PAGES:

www.facebook.com/Stolen.Apple.Band
https://stolenapple.bandcamp.com/
https://soundcloud.com/stolen-apple
 
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