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Intervista con Hoara Borselli

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AndreaTuretta
view post Posted on 8/8/2006, 09:42 by: AndreaTuretta
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Intervista con Hoara Borselli
MADRINA DI CLASSE E BUON SENSO

Di Andrea e Luca Turetta

Per lei parla il suo curriculum. Fiorentina, 30 anni, a 17 anni va a Milano, fa la modella, poi la valletta in tv a “Il gatto e la volpe” con Bonolis. E’attrice nella soap “CentoVetrine” e nel fotoromanzo “In cambio di una vita”. Nella fiction è presente in “Grandi domani”, “Un posto al sole 1 e 2”, per proseguire poi, sotto varie vesti, ne “Un medico in famiglia”, “Buona Domenica”, “Numero Uno” e “Famiglia Salemme show”, più recentemente è presentatrice in “Watershow” e da agosto, in “Guarda che luna”. L’artista toscana non disdegna il cinema dov’è protagonista in “Panarea” nel ’97 e nel thriller psicologico “Crazy Blood”. Vince meritatamente, in coppia con Simone Di Pasquale, la prima edizione della gara di ballo “Ballando con le stelle” mentre è terza nella Finalissima della seconda.

Hoara, non scordandosi mai di distinguere il pubblico dal privato, lo spettacolo dalla vita quotidiana, affina la propria cultura personale, cogliendo una laurea breve in psicologia dell’informazione. Insomma, a scanso d’equivoci, siamo al cospetto d’un’eccellente professionista ed, ancor più, d’una donna d’assoluto spessore, in grado di distinguere perfettamente quando sia il momento di sorridere e quando quello per riflettere. Abbiamo avuto l’onore d’apprezzare tali doti della bella e brava Hoara, durante la settima edizione di “Festival Show”, manifestazione canora itinerante di Radio Birikina e Radio Bella&Monella, che quest’anno l’ha vista degnissima madrina. Di seguito, le giuste “dosi” di classe e buon senso!


- Hai affermato di non provare una passione sfrenata per lo spettacolo, eppure ti ci ritrovi dentro in più vesti (modella, attrice, soubrette, ballerina, presentatrice-acrobata). Solo uno scherzo del destino?

“E’ vero… Sai, quando da bambina ti chiedono quale sia il tuo sogno e magari tutti dicono la ballerina o l’attrice, beh, io ho sempre sostenuto che, in assoluto, non pensavo minimamente di poter intraprendere questa strada, tra l’altro ho studiato all’Università, psicologia, dove ho fatto totalmente l’opposto. Sono quei casi della vita che ti portano ad affrontare una nuova realtà (che è quella dello spettacolo) cui, pian piano, ti ci appassioni com’è capitato a me, diventando così la mia professione a trecentosessanta gradi”.


- Da quale programma o momento professionale ti senti più rappresentata e perché al “Festival Show”?

“Indubbiamente, da ‘Ballando con le stelle’ che è il programma che m’ha consacrata completamente in questo ambito, perché è vero che sono arrivata lì con un background di dodici anni di ‘gavetta’ (che è fondamentale, essenziale, proprio per riuscire ad affrontare con l’esperienza giusta, delle proposte come quelle che mi vengono richieste ora). Perché ‘Festival Show’? Beh, io conoscevo questo spettacolo perché è una manifestazione nota a livello nazionale, estremamente prestigiosa e quando m’è stata proposta, immediatamente non ho avuto alcun tentennamento nel dire di sì. La presento con grande orgoglio”.


- Un primo ed un terzo posto a “Ballando con le stelle”. Col ballo hai un feeling
particolarmente felice…


“Non lo pensavo ma ho scoperto d’avere la passione vera e propria per il ballo, solo ed esclusivamente, grazie a questo programma. Un feeling che è nato un paio d’anni fa”.


- Bellezza e look nel tuo lavoro rivestono un peso non indifferente…

“Sì, bellezza e look sono il biglietto da visita e se tu riesci a non dargli importanza al cento per cento, è un connubio con cui ci si convive bene. Se invece si ritiene che sia fondamentale, beh, allora può diventare un limite”.


- I reality imperversano ormai a dismisura. Qual è il tuo giudizio in proposito?

“Ho sempre sostenuto che, personalmente non li farei, non ci parteciperei, ma sono un’attenta osservatrice, li guardo, mi piacciono, mi appassionano pure”.


- Recentemente è (ri)scoppiato un caso “vallettopoli”. Davvero per arrivare sul proscenio necessitano compromessi e, pur spesso, estremi?

“Dico sempre che chi afferma che per fare questo lavoro bisogna scendere a dei compromessi, è come ne ‘la volpe all’uva’, ossia chi non c’arriva a prenderla dice che è acerba. Come tutti gli ambienti, uno è libero di scegliere che strada intraprendere, se quella più veloce o quella più lenta. Sono scelte che io posso non condividere ma che rispetto completamente”.


- Tatuaggi, piercing, lifting, look, hi-tech. Tempi che mutano o, parafrasando il titolo di una nota canzone, esempi d’un’età… confusa ed (in)felice?

“Eccola, esattamente: esempi di un’epoca confusa ed infelice! La definizione è perfetta, secondo me. Sono tutti dei palliativi, degli alibi per poter nascondersi dietro un’altra identità”.


- Tra le tue passioni c’è la lettura e la musica. Consigliaci un libro ed un disco…

“Un libro, ‘Oceanomare’ di Alessandro Baricco che, tra l’altro, è il libro che ho appena finito di leggere ieri sera, ed è molto, molto bello. Un disco? ‘Killing me sofly’ dei Fugees”.


- Un tuo pregio e difetto…


“Partiamo dai difetti, che mi vengono meglio, ed in tal senso dico l’impulsività mentre come pregio, ritengo la tenacia e la determinazione”.


- Hai detto d’aver un rapporto profondo con due sole donne: tua madre Franca e tua sorella Erula. Diffidi dei maschi o dell’amicizia in genere?

“Diciamo che sì, due grandi amiche a livello femminile sono loro. Io credo molto nell’amicizia tra uomo e donna, tanto che ho un amico uomo da tredici anni. Certo, diciamo che io diffido degli amici, infatti la mia cerchia è molto ristretta (e non s’allarga) a queste tre amicizie perché mi fido poco degli altri”.


- Sei stata ad un passo dal matrimonio con Walter Zenga, con cui hai convissuto per sei anni, poi il rapporto finì. Rimpianti in proposito?

“No, no! Nessunissimo rimpianto! Tornassi indietro lo rifarei esattamente uguale, alla stessa maniera e rivivrei quei magnifici sei anni che ho vissuto. Nessun rimpianto. Anche quello è servito”.


- In amore, adori sognare senza staccarti troppo dalla realtà, il tuo “uomo ideale deve essere colui che sa stare sia all’osteria che al Grand Hotel. Una sorta di Lino Banfi più giovane”. La selezione ha funzionato? Eppoi l’amore che cos’è?

“Beh, la selezione non è che abbia funzionato più di tanto” (qui Hoara sorride, ndr) “Ho sempre detto che con quella frase lì intendo, comunque, una persona ‘alla mano’. Non mi piacciono quelle che riescono a vivere solo in una certa maniera (e poiché io sono una ‘da bosco e da Riviera’) bensì prediligo una persona che si sappia adattare. L’amore è qualcosa che sto ricercando, che ho già incontrato una volta nella vita e che spero di reincontrare molto presto”.


- Hai affermato di non poter mai rinunciare alla mamma, sottolineando “vorrei per lei, che la legge della vita ammettesse l’immortalità. Papà non mi manca”. Tra i tuoi valori c’è sicuramente la famiglia…

“Sì, sicuramente! Altroché se c’è! Però m’è stato dato un imprinting fino dalla nascita, proprio nel valore del concetto di famiglia, che viene prima di qualsiasi altra cosa. Quindi c’è, è indissolubile e non potrei farne a meno”.


- Nello sport De Coubertain invitava a partecipare. Con “Calciopoli” lo spirito era ben diverso… Cosa insegneremo ai posteri: vincere o partecipare?

“Partecipare con l’intenzione di vincere, però in maniera pulita”.


Attached Image: HOARABORSELLIINTERVISTA.jpg

HOARABORSELLIINTERVISTA.jpg

 
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