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Intervista con Veronica Vitale

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view post Posted on 19/11/2018, 12:13
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Intervista con Veronica Vitale

Dal 9 novembre é in radio “World Travels”, il nuovo singolo di Veronica Vitale feat The Mad Stuntman Reel 2 Real (protagonista delle classifiche mondiali nel 2013 con il film "Madagascar" ed il brano "I Like to Move it"). Il brano è tratto dal disco “Inside the Outsider” (Dino Vitola Editore Srl) che é disponibile dallo stesso giorno in tutti gli store digitali ed esce anche nell’edizione speciale con il libro omonimo. Il disco è stato prodotto negli Stati Uniti tra Cincinnati, Seattle e WA. Con la straordinaria partecipazione di Leon Hendrix, la stella del funk Bootsy William Collins, l’American Idol Jess Lamb, Stelvio Cipriani, The Mad Stuntman, Boyd Grafmyre, Joe Jackson, il sassofonista Marco Zurzolo, producer di Rihanna, Chew Fu e molti altri ancora. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dall’artista…

Esce il tuo album, “Inside the Outsider”. Un disco che ha la caratteristica di esser stato realizzato negli States.
Con “Inside The Outsider” vivo l’esperienza di essere l’Artista ed anche l’Executive Producer del mio progetto. Nessun riposo quindi, quando si ferma l’artista, continua il produttore. Ho costruito il mio Team con le mie mani. Avevo bisogno di persone in grado di avere visioni, e credere nel progetto in prima persona. “Di chi ho veramente bisogno a bordo” é stata la prima domanda che mi sono posta. Non tornerei indietro nemmeno per tutto l'oro del mondo. La mia soddisfazione é impagabile e per questo incorruttibile. Come l'amore…Non si compra, non si (s)vende. Da indipendente e da Artista Italiana all’estero, senza Major, né partecipazioni tra gli storici dei Talent Show, né sponsorizzazioni di alcun genere, penso che “Inside the Outsider” rappresenti una singolare vera e propria impresa discografica, non solo per la qualità della realizzazione del progetto o la collaborazione con alcune delle leggende della musica internazionale, ma anche per la consistenza, la grana, il carattere sia della tecnologia investita che del materiale fisico che digitale messo a disposizione del pubblico, già a cominciare dai video abbiamo investito su Red Digital Cinema 5K, in California, l’anno prossimo sperimentiamo l’8K, e ologrammi. Non a caso “Visionary Vanguard” é una mia creatura.



Credits Foto: Ligia Cuevas Johnson

Tra l’altro, sei riuscita a coinvolgere molti artisti internazionali. Fondamentale il loro apporto per la riuscita dei pezzi contenuti nel disco?
Rientro in Italia, con un riconoscimento importante che ho conseguito in Germania nel 2011 di “Artista Internazionale” e non rientrando nei parametri dei poteri forti quali Talent Show e format televisivi volevo tornare con le spalle forti, come uno tsunami inverso, dopo 9 anni all’estero, con un lavoro che mi rappresenti in pieno, fino all’ultima milionesima parte di me. La partecipazione di grandi nomi del Music Business definisce l’opinione che quest’ultimi hanno di me come artista, mentre invece direi che le mie scelte invece, la dicono lunga sul mio carattere. Un team valido comunque, si fonda sul rispetto dei ruoli ed una gerarchia ben precisa, ma il successo di quest'ultimo dipende esclusivamente dalla qualità dei rapporti che si instaurano al suo interno.

E’ stata laboriosa la lavorazione del tuo album?
Meticolosa, diligente, pignola, e pulita. Ogni vibrazione, algoritmo, oscillazione delle curve del suono, io conosco tutto del mio progetto discografico. L'ho creato come se dovesse morire il giorno dopo la pubblicazione.

Quanto è importante per un’artista, poter contare sulla fiducia degli addetti ai lavori oltre che del pubblico?
"Mia madre mi disse: Riponi la tua fiducia in Dio, ed io così feci"



Credits Foto: Ligia Cuevas Johnson

Sei riuscita a mettere tutto dentro all’album o qualcosa è rimasto in un cassetto?
Ho deciso di non avere cassetti, solo mensole, cosí i sogni li tengo a vista.

In linea di massima, come nasce una tua canzone?
Come l’alba da una notte scura.

Comporre una canzone è una forte responsabilità?
Sì, con le canzoni parli alla persone, materiale umano, perciò delicato. Chi sottovaluta il potere di una canzone e si improvvisa cantante e cantautore, violenta il termine “arte” e stupra la “musica”.



Credits Foto: Ligia Cuevas Johnson

Ami maggiormente il lavoro di preparazione al disco oppure il portare le canzoni sui vari palchi durante i concerti?
Non ho mai pensato alle due esperienze in maniera separata. La mia musica deve rispondere ad una caratteristica prima di tutte le altre, per quanto sperimentale, deve essere autentica, il che significa poterla cantare adattate rielaborare ed esibire in ogni dove ed in qualunque circostanza. Un’artista che non porta l’esperienza disco, live sul palco, non é un artista vero.

Musica è arte. In Italia pensi se ne sia consapevoli?
Musica é Cultura, pensi se lo ricordino? A volte mi chiedo se le persone sappiano ancora distinguere tra Artista e Personaggio Pubblico,…

Nella nostra società che fine pensi abbiano fatto i valori morali?
Raccomando la lettura di “Linguaggio Tecnico e Linguaggio tramandato” di M.Heidegger. Dice il filosofo, la tecnologia sembra sempre superare l’umanitá di un passo, perché in realtá si impossessa del linguaggio di noi uomini. I valori sono persi fintanto che non diamo il giusto senso alle parole che usiamo, altrimenti le parole si svuotano di significato e non esistono più, sono leggere, portate. Via dal vento. In una societá in cui tutto é commerciale e deve essere venduto subito, un sorriso, un abbraccio, un anziano che ti parla, sono considerate cose “inutili” ma é nelle cose apparentemente inutili che si nasconde il senso delle cose. Sono proprio lí. Davanti a noi.

Oggi per chi fa musica, sembra contare sempre più l’immagine che la sostanza…
Quando capita si tratta di Meteore, Al contrario parliamo di Stelle.

link del video:


Musicalmente parlando, credi sia in atto una rivoluzione in questi ultimi anni?
Credo che storie come la mia, possano provocare un cambiamento di rotta, io mi sono “ribellata” perché ciò che dovevo “sopportare” era diventato “insopportabile” ma é stato doloroso, lo é anche ora, e non tutti sono disposti ad accettare il sacrificio. É necessario l’incontro, tra la vecchia generazione di artisti e la nuova, e senza la mia generazione (1988) che trasporta questa memoria storica, non é possibile. Oggi negli artisti di un tempo vedo solo vecchie locomotiche a vapore talmente chiuse in sé stesse che non fanno altro che schiantarsi con questa nuova generazione di treni super veloci che deragliano. Il cambiamento e la trasformazione sono fondamentali. Cambiare é tutta una questione di umanitá.

Quali sono le tappe della tua formazione artistica, cui tieni di più?
La gavetta, tutto il percorso sulla lunga strada verso la Felicitá, Nessuna scorciatoia, nessun compromesso.

Per chiudere, c’è qualche suggerimento che ti sentiresti di dare a chi desidera seguire una carriera di tipo artistico-musicale?
Tu sei chi scegli e cerchi di essere.


Per ulteriori info:
www.veronicavitale.net

www.dinovitola.net/prodotto/inside-the-outsider/
 
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