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Intervista con la cantautrice Elly

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view post Posted on 11/6/2018, 16:09
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Intervista con la cantautrice Elly

E’ uscito “Ali e Vibrazioni” (etichetta discografica Vitamine Factory e Aisha) nuovo album della cantautrice bresciana Elly, prodotto artisticamente da Umberto Iervolino insieme a Massimiliano Alessi. L’album è composto da otto tracce, scritte da Elly insieme a Umberto Iervolino, Massimiliano Alessi e Raffaele Littorio, mentre i mix e il mastering sono stati curati da Marco D’Agostino: “Siamo liberi”, “Così normale”, “Ali e Vibrazioni”, “Doppio cuore”, “Chiudo gli occhi”, “Mare amare”, “Oltre le Paure”, “Angeli”. “Ali e Vibrazioni”, è stato anticipato dai singoli “Così Normale” e “Mare amare". Ecco l’intervista gentilmente rilasciata da Elly…

C’è un filo comune che lega le canzoni del tuo nuovo album, “Ali e Vibrazioni”?
“Ali e Vibrazioni" racconta una mia personale visione della moderna società che tende a portarci verso una solitudine di massa. I social media, la tv e le nuove tecnologie, seppure utili, contribuiscono ogni giorno a creare vuoto e distanza nella vita delle persone. Questa mia interpretazione musicale non vuole essere un giudizio sommario o negativo ma un incoraggiamento a liberarci da ciò che non siamo, uno stimolo per trovare la forza di circondandoci di emozioni reali in grado di farci “volare” e vivere intensamente. Questo è il filo conduttore dell'album.

C’è voluto molto tempo per realizzare i brani di questo tuo album?
Ci sono voluti due anni di lavoro. Ho iniziato a collaborare con il Maestro Umberto Iervolino nel 2016 insieme al mio produttore e manager Massimiliano Alessi che mi segue sin dagli esordi. Abbiamo creato un progetto che potesse rispecchiarmi completamente, fin da subito ho sentito la necessità di scrivere dei brani che raccontassero la società in cui viviamo, con l'aiuto di grandi professionisti che sono stati in grado di realizzare le mie idee.

Quando componi, cerchi di farlo sulla scia dell’entusiasmo, della spontaneità o a mente fredda?
Credo che scrivere sia qualcosa di veramente intimo e meraviglioso. Quando scrivo sono impulsiva e spontanea, mi lascio travolgere da ciò che mi accade, da ciò che mi capita di osservare. Successivamente tutto prende forma e da lì nasce una canzone.

Quali sono gli artisti che più ti piacciono?
Innegabile è la mia attitudine verso la musica Soul e Pop ma anche la mia passione per i grandi interpreti e i grandi cantautori di musica italiana. Come riferimenti citerei per la musica Soul/Blues Etta James e Otis Redding e per quanto riguarda la musica italiana Mia Martini e Ivano Fossati.



Foto di Chiara Mirelli

Veniamo alle esibizioni live. Quanto sono state importanti per la tua formazione?
Le esibizioni live sono state e sono fondamentali nella mia formazione. Dopo sei anni di esperienza contatto diretto con il pubblico ho riscontrato una crescita artistica per me non indifferente. Inoltre credo anche che per ogni artista non ci sia niente di meglio che potersi esibire ed esprimere liberamente su un palco.

Nelle tue canzoni, in genere, è il testo che viene cucito addosso alla musica o succede il contrario?
Dipende, a volte capita di scrivere prima il testo e in un secondo momento la musica o viceversa, la maggior parte delle volte nascono insieme. Mi appassiona l’idea secondo la quale si possano raccontare attraverso la musica delle storie di vita in grado di arrivare al cuore gente.

Cosa ti piace e cosa no del mondo musicale del 2000?
Non mi piace la superficialità di molti brani dove non c'è una ricerca sia nel testo che nella musica. Ho l'impressione che in Italia vengano costantemente imitati progetti che si rifanno a modelli di successo a garanzia del risultato e spesso diventano “bolle di sapone”. Non mi piace il fatto che molti basino la loro carriera unicamente su una popolarità immediata e non su un percorso di crescita. Mi piace invece osservare come il panorama della musica indie italiana degli ultimi anni abbia prodotto artisti di talento come Levante, Francesco Gabbani e Ermal Meta, apprezzati e riconosciuti anche dal grande pubblico dopo anni di duro lavoro. Apprezzo anche altri artisti, meno noti, che cercano di creare delle fusioni musicali tra generi diversi dando vita a progetti molto interessanti e affascinanti.

Una canzone può essere un ottimo modo per comunicare?
Si! Aggiungo che la musica non è solo un ottimo modo ma il migliore, è quella che più di tutte fra le forme d’arte, a mio avviso, riesce ad arrivare in modo immediato alle persone.



C’è un ricordo relativo alla tua carriera artistica che è rimasto indelebile?
Uno dei momenti più emozionanti è stato iniziare a realizzare il mio primo Album “Io” a soli 14 anni. Un progetto basato su brani inediti, un primo disco per iniziare a far conoscere la mia musica. Quando ho visto pubblicato il mio primo CD non nego di esser scoppiata a piangere dall’emozione.

Com’è il tuo pubblico tipo e qual è il rapporto che hai con chi ti segue?
Il mio pubblico è molto attento e sensibile. Spesso ho notato come amino immedesimarsi nelle storie che racconto e come di frequente siano interessati alle metafore che uso nei testi delle mie canzoni, copre varie fasce d’età e sempre mi emoziona e mi incuriosisce come un mio brano possa arrivare, nello stesso modo, ai ragazzi della mia età e a persone adulte seppure con esperienze di vita evidentemente differenti. E' un pubblico in costante crescita in grado di dimostrarmi il suo affetto in ogni occasione.

C’è ancora chi pensa che “Il cantautore non è un mestiere”… Insomma, fare arte, molti credono sia solo un hobby, quantomeno in Italia?
Può essere, ciò che conta veramente è proseguire la propria strada a prescindere dagli stereotipi e consolidare il proprio lavoro, se poi qualcuno pensa che fare il cantautore non sia un mestiere lo invito a cimentarsi sia nello studio che nella stesura di brani inediti, possibilmente che abbiano un senso. L'Italia rimane un paese ricco di tradizione musicale e di certo non lo sarebbe se quei grandi artisti e cantautori che hanno scritto pagine di grande storia musicale avessero considerato il loro lavoro come un passatempo.

Ci sono dei momenti particolari nel corso della giornata, nei quali nascono le tue canzoni?
In genere la sera e la notte sono i momenti della giornata in cui, più di altri, sono predisposta a scrivere. Non posso però generalizzare, mi è capitato di avere delle idee al mattino per poi trovarmi con Max e Umberto a consolidarle in altri momenti della giornata.

Per un autore, quanto è importante saper cogliere e sintetizzare quanto gli sta attorno?
La sintesi non è sicuramente una delle mie migliori abilità. Infatti spesso dopo aver scritto un testo, dopo aver avuto un’idea musicale mi confronto sempre con chi lavora con me. Per quanto riguarda il mio approccio alla scrittura di un testo musicale posso solo aggiungere che l’osservazione e l'attenzione che passa attraverso la mia anima e i miei sentimenti è fondamentale. La vita e il mondo che mi circonda nella loro più semplice essenza sono in grado, costantemente, di offrirmi meravigliosi spunti di riflessione.

La musica, specie negli ultimi anni, è anche immagine… c’è il rischio che questa finisca con l’oscurare le varie composizioni?
Questa è una delle tematiche che affronto nell’album, ho scritto brani che vorrei potessero far riflettere sulla società odierna, a volte anche in un quadro ironico. Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni dove spesso ci si concentra su ciò che è privo di reali valori. L’apparenza primeggia
creando superficialità e futilità. Sicuramente questo approccio alla vita influenza anche il modo di produrre musica e come dicevi finisce anche per oscurare gli emergenti e le nuove idee. Ho però comunque costante fiducia nel pubblico e in chi, nonostante tutto, lavora per costruire progetti seri basati non sull’immagine ma sulla profondità e sullo spessore artistico musicale.

Sei soddisfatta di come suona questo tuo album?
Sono molto soddisfatta e orgogliosa. Ogni album non segna solo un piccolo passo in avanti della mia esperienza musicale, ma anche uno specifico periodo della mia vita. In questo momento ho sentito più che mai la necessità di raccontare queste storie nella speranza che non fossero unicamente un mio bisogno di esprimere determinati concetti ma che potessero stimolare tutti quelli che si avvicinano alle mie canzoni a riflettere sui valori della vita.
 
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