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Intervista con gli Anhima

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view post Posted on 5/6/2016, 10:24
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Intervista con gli Anhima

"Tutto il mondo è paese" è il primo estratto dal nuovo album degli Anhima intitolato "La cruna dell'ago" (prodotto da Fabrizio Simoncioni e Fabrizio Vanni)… Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dal gruppo...


La prima domanda è quella classica. In quale occasione sono nati gli Anhima?

Noi suoniamo da una vita. intanto gli Anhima erano i Dharma… poi durante le registrazioni del nostro secondo album prodotto da Gianni Maroccolo "Toccato dal fuoco"… uscirono i Karma e l'assonanza ci sembro' imbarazzante e coraggiosamente cambiammo nome, portandoci dietro come ricordo quell'acca di troppo. Ma io ho cominciato come batterista con Soul Hanter il primo cantante dei Diaframma Nicola Vannini.. .post punk psichedelico. Ti lascio immaginare di quando parlo.

Quali sono le tappe fondamentali che vi hanno fatto arrivare all’incisione di “La cruna dell’ago”?
“La cruna dell'ago” è il risultato della nostra reunion “il best of 18Anhima” che è stato sei mesi in classifica su Virgin Radio con il Brano “ Impossibile Mutazione” lo scorso anno. Un noto sconosciuto Fabrizio Simoncioni (Ligabue, Negrita, Gianna Nannini) 57 dischi di platino. l'ha sentito per radio, ci ha contattato ed nata questa collaborazione…che botta di culo!!

Quali pensate possano essere le caratteristiche della musica che proponete?
Noi siamo stati etichettati come i Pearl Jam italiani. L'Eddie Wedder nato sulle rive dell'Arno che diciamolo fra noi...magari!!. Ma adesso non è più il grunge che ci ispira un artista deve essere mutevole e quindi è importante per noi adesso sganciarsi da questa connotazione, quest'album cerca di recuperare le radici del periodo in cui il rock ha davvero influenzato il mondo musicale italiano… gli anni 80, la wave e il nostro produttore Simoncioni c'è stato dentro di brutto.

Un vostro brano, prima di essere portato a termine, vede più stesure o in genere, rimane abbastanza fedele all’idea di base?
No, generalmente nasce com'è, principalmente perche è una canzone, io scrivo con la mia chitarra acustica poi il vestito può essere in tanti modi e lo scegliamo insieme, normalmente tendiamo a spingere… è il nostro problema. Il nostro concerto è una randellata negli occhi… poco italiano.



Quanto conta la tradizione e quanto l’attualità, nelle vostre composizioni?
Rispetto alla tradizione se è questo che intendi spero di aver imparato a scrivere qualcosa dai nostri grandi cantautori degli anni 70: Dalla, De gregori , De Andrè, ma anche Ivano Fossati… Ma l'unica cover che abbiamo fatto è “Monnalisa” del buon Ivan Graziani. Questo da un punto di vista letterario. Poi le tendenze non ci hanno mai interessato.. è ovvio che siamo tutti collegati e quindi ci influenziamo a vicenda. In questo momento mi piacciono gli Editors, i Placebo, Gli Interpol… Ma Love dei Cult.??

Quanto conta per voi l’aspetto live del vostro lavoro?
Assolutamente fondamentale, .anzi per noi spesso è difficile trasportare l'energia che abbiamo dal vivo poi sulle registrazioni. Sai ci sono stati anni che abbiamo fatto anche 140 date in un anno, anche in Francia e Canada.. . Beh, i tempi sono cambiati anche perchè in Italia c'è questo problema non si riesce a capire che suonare è un lavoro… va pagato.

Credete ci sia una sorta di continuità tra artisti di ieri e di oggi?
Non solo c'è una continuità ma io credo che gli artisti abbiano nel bene o nel male una sensibilità particolare un disagio una gioia, un’energia, una malinconia, uno stupore per la vita che li accomuna e che collega il sentire non soltanto nella tua nazione ma in tutto il mondo… Infatti mi capita spesso di individuare gli stessi concetti a tutte le latitudini. Certo, se non ci fossero stati gli anni 70, non solo nella musica ma anche nel cinema, graffieremo ancora i muri nelle grotte.

Poesia e musica. Quali trovate siano i punti di contatto?
La musica è poesia, ammesso ci sia una definizione precisa di poesia. Certo nel pop è meno probabile trovare poesia che nel rock. ma.. non è nemmeno vero del tutto... la poesia io credo sia una comunicazione intima di emozioni, può essere di vari livelli e non bisogna snobbare (snob dal latino sine nobilitate, senza nobiltà) comunicazioni più semplici. Certo una pagina di Cormac Mcarthy, non ha confini.


Ci sono dei ricordi divertenti legati alla lavorazione del vostro disco?
Garage studio di Vanni e Simoncioni, uno studio spettacolare immerso nel verde con tanto di una piscina meravigliosa, noi quattro solo noi quattro, musica, musica e la sera soli senza droghe o stronze, a giocare a calcino, spaghettate, risate e serenita'… giocate a pallone e quando c'era il nostro Simoncia a parlare di musica ma a volte anche di Aristotele, credo la cosa più bella che ho fatto anche se uno di noi il mio migliore amico il bassista Lamberto Piccini, pochi mesi dopo ci ha lasciati e non posso dimenticarlo.

Cosa vi piace particolarmente del linguaggio musicale?

Beh, diciamo che il linguaggio musicale cambia anche attraverso l'eta', cioè a 20anni devi spaccare tutto sennò sei rincoglionito… ora non voglio essere polemico ma i Dear Jack.. ai presente i Twenty One Pilots. Comunque a un certo punto se vuoi comunicare qualcosa devi scrivere una canzone, qualcosa che sia vera., noi tendenzialmente abbiamo sempre cercato la canzone, è che poi ci piglia il cattivo..,non c'è niente da fare.

Immagino abbiate già molti fans che vi seguono, specie dal vivo…
Il bello dei fan degli Anhima è che non sono fan sono amici, i messaggi che sto ricevendo di questo nuovo lavoro non sono commenti ma lettere d'amore e anche dai musicisti che è rarissimo. Sono molto orgoglioso, cos'altro dire.

E’ difficile creare qualcosa di davvero nuovo quando si parla di musica?
Creare qualcosa di nuovo è impossibile ma da sempre l'innovazione è l'elaborazione delle esperienze e della cultura. Personalmente il cinema che credo sia la forma d'arte più potente che la civiltà abbia in questo momento mi è stato di aiuto nell'ispirazione di tante canzoni ma cosa vuoi che sia scrivere tre parole e due accordi a confronto di “900” di Bertolucci.

Per chiudere, c’è qualcuno che vi va di ringraziare per la riuscita di questo vostro album?
E per chiudere ringrazierò Il grandissimo Fabrizio Simoncioni, Produttore e amico Fabrizio Vanni, Garage studio, i miei colleghi Pino Gulli alla batteria gia' notissimo come ex CSI PGR, Matteo Montuschi alla chitarra, il mio amico Lamberto Piccini che ci guarderà da lassù insieme a David Bowie e Prince e… Valentino Berto il nuovo bassista che si è buttato con tutto se stesso dentro la nostra musica. Ma in fin dei conti siamo gli Anhima. Come dicevano i Blues Brothers siamo in missione per conto di Dio...

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