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Intervista con Lillo Minniti

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view post Posted on 4/11/2017, 18:00
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Intervista con Lillo Minniti

Lillo Minniti, siciliano, ormai da decenni sulla scena musicale, è un artista poliedrico. La sua opera discografica si intitola " Lost in space ".Perso nello spazio...uno spazio fisico e spirituale, pieno di profondità siderali, di sonorità straordinarie, tessute con impagabile maestria da suo amico e collaboratore Salvatore Adorno, coautore delle musiche… La produzione è di Music Now di Salvo Adorno. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dall’artista…

Com’è nata la tua passione per la musica?
Lillo: Per il mio DNA. Mio padre era un cantante lirico, baritono. Le mie ninnenanne erano romanze tratte dalle opere.

Hai incontrato difficoltà nel trovare qualcuno che credesse nella tua musica?
La mia musica non è molto commerciale… le atmosfere, a volte rarefatte, altre che colgono ispirazione da mondi fantastici, e i testi, che tra l’altro sono quasi tutti in inglese perché mi trovo bene ad esprimermi in questa lingua considerata ormai linguaggio universale, spesso sono dettati da emozioni magari non percepibili al primo ascolto, ma prima o poi arrivano.



Le molteplici esperienze avute nel corso degli anni, ti hanno aiutato nella lavorazione del tuo album “Lost in space”?
Moltissimo, nascono proprio dalle mie esperienze personali, che siano letterarie, cinematografiche, di vita vissuta, di amori e dolori, ed anche dalla fantascienza e dai videogames.

Le canzoni del tuo nuovo album sono nate in maniera semplice o sono stati dei “parti” complicati?
Beh, dipende. Alcune sono nate da una traccia musicale, altre da un testo, alcune sono arrivate di getto, altre hanno avuto gestazione più difficile, anche tormentata, direi…

Quando componi un pezzo, ci vogliono parecchie stesure prima di essere soddisfatto di quello che sta nascendo?
Di solito no, almeno per i testi, nascono quasi di getto… con qualche piccola correzione nella forma, ma non nel contenuto. Per la musica è un’altra cosa: è un lavoro a quattro mani col mio collaboratore ed arrangiatore Salvo Adorno, con continui scambi di idee.

Quali sono i generi musicali cui ti senti particolarmente legato?
Amo la musica Soul, la World Music, ma anche il Progressive.



Pensi che in tv ci sia spazio a sufficienza per la musica?
Non per la musica di qualità. Di robaccia commerciale ne passa molta, ma raramente trovo programmi di Vera Musica da vedere…

Rispetto gli anni passati, pensi sia cresciuto lo scambio culturale e musicale con tanti paesi ritenuti forse lontani per tradizioni per che per distanza chilometrica?
Sicuramente. Questo è l’enorme vantaggio apportato dalla rete, gli scambi culturali in musica e non solo, ormai sono alla portata di tutti, e la possibilità di ascoltare musica da altre culture ora è molto facile.

Si parla da anni di crisi del mercato discografico. Pensi si possa dire che il peggio è passato e si vivrà una nuova era di rinnovamento?
Credo che la crisi del “disco” sia ormai un dato di fatto. E’ triste ma è così. La musica diffusa via Internet e i download della stessa sono una realtà, tant’è che band importanti come gli U2 hanno deciso di diffondere via rete le loro ultime composizioni…

C’è qualche album uscito di recente che ti ha colpito positivamente?
“ Black Star”, disco postumo del grande David Bowie. Un vero capolavoro, teatrale e intenso, com’era lui.

C’è qualche argomento che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti trattare in qualche nuova canzone?
La spiritualità slegata dalle dottrine. Ma anche il grande classico, l’Amore con la A maiuscola, non necessariamente per una donna, ma anche per tua figlia, tua nipote…



Per un artista, essere indipendente è un modo per essere se stesso al 100%?
Non credo che sia facile rispondere a questa domanda. L’indipendenza artistica è fondamentale, e sottostare a input dettati dai discografici possa essere deleterio per la creatività, ma, d’altra parte, il mercato può anche costringerti a compromessi. Sta alla genialità dell’artista districarsi nella giungla del “ quello che vende e quello che vorrei”.

E’ un’utopia pensare ad un cambiamento di rotta dove finisca con il prevalere l’essere sull’avere (e l’apparire)?
La società di oggi, i media, la cultura di massa tendono a far prevalere l’apparire piuttosto che l’essere, e questo è triste. Speriamo che ci sia un’inversione di tendenza… ma al momento è proprio utopia.

Ci sono dei collaboratori che ti va di ricordare, tra le persone che hanno lavorato a questo tuo album?
Salvatore Adorno. Amico, musicista eccellente, tastierista straordinario, arrangiatore, produttore e regista dell’intero disco… alcune musiche sono sue, io mi sono “limitato” a scrivere i testi… e la band che mi accompagna durante i concerti.

Cosa ti piace e cosa meno del panorama musicale odierno?
Poca scelta, poca qualità, musica dozzinale… ma, in mezzo ci sono artisti che volano alti, uno per tutti il mio idolo Peter Gabriel.

Quanto è utile per un artista il contatto diretto con il pubblico?
Indispensabile e appagante. Quando sono sul palco mi sento veramente vivo. Mi nutro del calore del pubblico, dei volti sorridenti, farei di tutto per suscitare nel pubblico emozioni, felicità, a volte anche quella tristezza dolce che ti fa comunque sentire bene. L’energia che trasmette la gente è sublime, linfa vitale per un artista.

Per ulteriori info:
www.facebook.com/Lillo-minniti-451304261556529/
www.facebook.com/lillo.minniti
www.youtube.com/channel/UCAyoJ4dOLHDq-Le3rLZ16TQ

www.lccomunicazione.com
 
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