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Intervista con lo scrittore Gastone Cappelloni

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view post Posted on 21/9/2017, 14:57
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Intervista con lo scrittore Gastone Cappelloni

Lo scrittore Gastone Cappelloni, classe 1957, nasce e risiede a Sant’Angelo in Vado (Pesaro\Urbino). E’ un autore prolifico che ha ricevuto parecchi riconoscimenti, tra questi: ”Premio Agorà” Augusta (Siracusa), “Creatività Itinerante” – Bari, “Engel von Bergeiche” Ruvo del Monte (Potenza)… Poesie di Cappelloni sono presenti su circa 100 Antologie letterarie, portali e riviste cartacee. Ecco cosa ci ha raccontato sulla sua attività artistica, nell’intervista gentilmente rilasciata…

Tanti libri e scritti al tuo attivo. Una passione che è nata fin da bambino?
Sì posso affermare con piacere e soddisfazione quello che ho ottenuto con passione e caparbietà, sentendomi realizzato, ma mai pago, per quello che ancora inseguo con tranquillità senza troppi patemi d’animo, un traguardo continuo per crescere e sentirmi appagato. Da bambino sicuramente, iniziando a immagazzinare esperienze e storie da immortalare, poi a trentasei anni l’inizio di questo racconto che ha saputo conquistarmi senza ambizione o vanità, lasciando che poi le parole facessero il proprio corso.

Ci puoi presentare la tua più recente opera letteraria?
“60” il mio nuovo figlio nato nei sessant’anni che ora ricordo bene perché intento a vivere a ritroso nel tempo, un percorso vitale che porta a sincerarmi delle mie condizioni o aspirazioni future, nate da sempre e impigliate in ogni parola contenuta all’interno del libro, di me stesso. Leggendolo troverete quello che non vi aspettate ma tutto quello che desiderate, avendo cura di continuare il viaggio all’interno delle stesse parole contenute e che appagheranno non appieno perché un viaggio il vostro ancora agli inizi e da completare. Un volo non solo personale ma una dedicata al mondo femminile contenuta in ogni poesia che “6.0” contiene.



C’è stata un’idea di base da cui sei partito per mettere insieme questo nuovo libro?
Sicuramente hanno contribuito i miei primissimi sessant’anni dato che, il progetto era nell’aria già un anno fa, e non solo, ma la possibilità di tornare di nuovo in Argentina, dopo il precedente libro “Un seme oltre oceano” nel 2014, soprattutto a Mar del Plata dove abita lo zio tornando così a trovare e permettendomi di presentarlo nelle scuole, radio, TV, associazioni, ecc. Insomma un “giro poetico” dove non solo in veste di Poeta ma testimonial della Regione Marche, essendo io Marchigiano, esattamente di Sant’Angelo in Vado, mi ha permesso di “visitare” ben nove città argentine.

Credi sia difficile riuscire a coinvolgere il lettore di oggi?
La speranza è dura a morire così si vocifera, ci si prova, ma con scarsi risultati, considerando che l’Italia si colloca al 23mo posto su trenta, nella classifica mondiale delle nazioni dove si legge di più, e i conti sono presto fatti, anche se l’ottimismo è sempre di casa nella mia mente. Il grande problema che tutti scrivono, e pochi rimangono interessati a confrontarsi fuori dal proprio orticello mentale. Speriamo sempre in quel futuro dietro l’angolo.

Come vedi messo il mondo della scrittura in Italia? Ci sono degli autori emergenti che fanno ben sperare per il futuro?
Sicuramente ci sono ma il business creato e messo in piedi dai gruppi editoriali e dalla grande distribuzione non lascia bene sperare, tutto e subito poi i mass media finiscono il lavaggio del cervello ai lettori, la vedo dura se non hai santi in paradiso o l’onestà intellettuale da parte di chi dovrebbe promuovere la cultura sa che in Italia l’onestà e la trasparenza quasi mai pagano. Il potere mediatico è troppo forte e sono riusciti a incanalarci imponendosi con le loro “esigenze commerciali”, tranne che in rari casi, sufficiente non girarsi dall’altra parte e assistere ogni giorno a quanto letame culturale, spacciato tale, immesso nel circuito stesso per la logica del denaro e del successo.

E, a proposito di futuro, spesso siamo abituati a stabilire come sarà il nostro futuro. Non rischiamo di dimenticare di vivere l’oggi?
Perché dovremmo? Forse perché il coglione di turno, cioè potente, cerca di farti il lavaggio del cervello imponendoti mode stupide e cretine stabilendo chi dobbiamo essere e cosa saremo? Abbiamo intrapreso un viaggio assai pericoloso, dove la macchina sostituisce l’umano, e il denaro, la dignità. Vivere oggi con le proprie idee, principi, sogni sarà impossibile perché programmati da altri e questo è un dato di fatto inconfutabile. Nella vita ho sempre pagato i tanti errori e sempre sulla mia persona, sbagliando ma maturando, e non intendo rinunciare nonostante questa società alienata e malata; cellulari, tecnologie ecc., indispensabili, ma mai quanto un tramonto o un pensiero fuori dalla logica, dalla massa. Meglio un giorno da Gastone che dieci da pecora, sicuramente.



Quali sono le cose che ami di più della scrittura?
La libertà che permette di rivivere l’attualità non solo del passato, le consapevolezze che possono scaturire dalle storture delle iniquità accusando e dissociandosi. Di lottare per una società più genuina dove l’interesse non sia la distruzione e lo svilimento dei valori ma il sasso contro l’ingiustizia barbara dell’ignoranza al soldo della dittatura. Amare la scrittura è continuare a vivere nella dignità che questa vita mi ha voluto donare.

Una cosa si può forse dire di questi anni l’immagine tende a predominare sulla sostanza. Un problema per chi scrive libri che solitamente devono puntare sulla forza della parola scritta e dell’immaginazione più che degli “effetti speciali” tramite immagini o altro?
Concordo con te Andrea e con la tua constatazione; troppo impegnativa la lettura non avendo lo spirito costruttivo del e nel pensiero e allora quale “occasione visiva” migliore per far sì che le immagini offrano a chi si lascia attrarre da un soddisfacimento visivo l’immediata lettura? Un’immagine può rimanere impressa senza appesantire il bagaglio “culturale” sicuramente e senza sforzo intellettivo, al contrario della lettura che impone sacrifici approfonditi e di analisi. L’immagine può trasformarsi nell’immediatezza, la lettura nella continuazione che non si ferma all’attimo, anche se, forse eterno.

In Italia, si legge poco. Come favorire la lettura tra i giovani (che pure qualcosa leggono) e soprattutto tra gli adulti?
Tu Andrea che dici? Gli adulti possiedono le capacità non di leggere ma di avvicinare il giovane a quei valori che non siano l’ostentazione o la voglia ossessiva di apparire, affossando il merito, essendo una società che non si celebra sui valori ma sulle prevaricazioni?
Gli adulti leggono? Fortunati allora i figli, patrimonio futuro perché la cultura possa essere il veicolo trainante per quel benessere fisico e mentale del mondo.
I giovani andrebbero coinvolti, lasciato loro il diritto alla creatività che possiedono avendo capacità intellettive e umane, non relegati a semplici numeri senza esperienza e così relegati a comparse, coinvolti in giurie tecniche, premi letterari, così che innovative idee potrebbero completare arricchendosi con quello che concerne la crescita. I giovani, sicuramente il futuro ma quando? Tutto ciò utopia fino a che il baronato, la casta, questa società marcia e putrefatta non permetterà al merito e all’onestà di far valere i propri diritti e capacità. Spazio ai giovani, sicuramente, ma che non siano i soliti raccomandati senza Arte o conoscenza, ma perché figli o nipoti dei soliti noti. Io credo nei giovani, ma quelli con gli attributi ”personali”.

Quando si scrive, quanto contano cuore e passione?
Tutto. Guai a scrivere perché hai foglio e penna e tutto ti sarà concesso squallidamente, potrebbe essere la china senza arrivo e partenza, non dimentichiamo la licenza poetica che ci consente a modo nostro di rivivere e raccontarci aggiungendo alle parole il significato a noi consono per stati d’animo aggiuntivi. Assurdo e cinico se le emozioni patiscono interpretazioni senza cuore o sentimento per agghindarsi a portatori di sensazioni ma sterili e senza passione.

Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per uno scrittore?
Credo che sia il conseguimento dell’identità, l’identificazione che ti concede, di approdare forse a una maturazione raggiunta nel tempo, un percorso iniziato da sempre, lo stile differenzia il Poeta e lo stesso continuerà nella maturazione, riuscendo a farsi riconoscere con le sue creature, e questo, Andrea credimi è la convinzione di essere inattaccabile perché Gastone poeta e non numero da collocare e indefinibile.

Per ulteriori info:
www.gastonecappelloni.com

Si ringrazia Laura Gorini per la cortese collaborazione
 
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