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Intervista con Furio

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view post Posted on 6/6/2016, 16:58
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Intervista con Furio

Dopo 30 anni di successi con i PITURA FRESKA e gli SKA-J, è uscito “FURIOLOGY” (Azzurra Music), il primo album solista di FURIO. Dieci brani in cui l’artista veneziano abbandona le sonorità reggae e ska, che lo accompagnano dagli inizi della sua carriera, per sperimentare nuovi generi musicali giocando col dialetto veneziano. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dall’artista…

Esce il tuo primo album da solista, “Furiology”. Un disco in cui si predilige il genere funk-pop al reggae…
Mi piace fare delle cose nuove, almeno per me nuove. Al reggae ho dato molto e molto ho ricevuto ma se alla resa dei conti i promoter reggae non mi chiamano perché preferiscono non pagare un gruppo di ragazzi invece che un serio professionista che lavora da trenta anni allora è meglio cambiare strade e fare qualcosa di divertente e nuovo.

L’esperienza accumulata con i Pitura Freska e con Ska-J, ti è stata utile per mettere insieme questo album con maggior sicurezza?
Non c'ho minimamente pensato. Sono libero da contratti discografici ed ho scritto i pezzi come mi venivano non per accontentare i vecchi fans dei Pitura e degli Ska-J. Ti assicuro, visto il risultato che è stato molto meglio così.

Da sottolineare che il nuovo disco è completamente scritto ed interpretato da te… Da un lato una grande responsabilità, dall’altro, presumo anche una grande soddisfazione…
Si, ho sentito da subito che questi pezzi erano molto belli e mi rappresentavano di più di altri fatti in passato collaborando per forza con altri artisti.

Le canzoni del tuo nuovo album sono nate in maniera semplice o sono state dei “parti” complicati?

Direi molto semplice. Appena avevo una melodia con testo facevo sentire dei provini alle persone con cui avevo scelto di collaborare. Nessuna delle mie idee è stata scartata e hanno trovato spazio nell'album.



Oggi, la vera trasgressione è la normalità?
Mi rifaccio alla mia canzone “So Figo”: "mi no so' diverso, so' vero: è questo il segreto, so' figo!"

Quali sono i generi musicali cui ti senti particolarmente legato?
Non ho delle musiche che mi piacciono di più o di meno al massimo degli artisti a cui sono più legato. Ascolto chi è più sincero nel proprio lavoro e che non si ferma ad un format vincente ma continua a sperimentare. Non ho suonato reggae per tutta la vita e non comincerò certo ora.

Pensi che in tv ci sia spazio a sufficienza per la musica?

Orpo! non ho la televisione e dunque non so risponderti.

Quando componi un pezzo, ci vogliono parecchie stesure prima di essere soddisfatto di quello che sta nascendo?

Quasi mai, alcuni pezzi dell'album (Carico, Orietta Berti, Stasera me fasso mal) le ho scritte in poche ore. Ci sono delle piccole migliorie che faccio strada facendo tra il provino, il rough mix e la registrazione definitiva ma mai cose fondamentali.



Rispetto gli anni passati, pensi sia cresciuto lo scambio culturale e musicale con tanti paesi ritenuti forse lontani per tradizioni per che per distanza chilometrica?
Ci sono sempre state, ora le si notano di più perché è più alla portata capire che tal strumento o tal suono derivi da un'altra tradizione musicale. Se i veneziani nel medioevo non avessero conosciuto i turchi che suonano il liuto non ci sarebbe il mandolino...

Si parla da anni di crisi del mercato discografico. Pensi si possa dire che il peggio è passato e si vivrà una nuova era di rinnovamento?
Non credo che ci sarà più un momento di rinnovamento. Il mercato discografico è in mano a poche persone che non vogliono perdere il loro potere. La diffusione è globale ma crea solo confusione. Se stai a casa tua davanti al computer cosa nei sai della musica che si suona nei pochi locali che la propongono? Tra chi scrive musica e la registra, chi la stampa e distribuisce, che la consuma, chi organizza concerti e chi va i concerti non c'è nessuna comunicazione. Sono cinque entità assolutamente differenti e distanti.

C’è qualche album uscito di recente che ti ha colpito positivamente?
No nulla. Già visto e già sentito.



C’è qualche argomento che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti trattare in qualche nuova canzone?

Scrivo solo storie di vita vissuta. Non ci sono argomenti a caso di cui vorrei scrivere. Se qualcuno al bar mi dice: scrivi una canzone su questo o su quello è sicuro che non la scriverò mai. Deve nascere da dentro attraverso delle storie che ho visto o vissuto.

Per un artista, essere indipendente è un modo per essere se stesso al 100%?

Cosa vuol dire essere indipendenti? Sei indipendente se sei una piccola etichetta? Ne abbiamo di esempi di artisti che dicono di essere indipendenti ma poi hanno una struttura da major con studio di registrazione, etichetta discografica distribuita dalle major, uffici stampa da 10mila euro al trimestre, agenzia con dipendenti che trovano le date ecc ecc. No, non esistono più gli indipendenti almeno io non ne conosco. Io non sono indipendente, ho una etichetta che mi distribuisce, pago un ufficio stampa mi manca solo una agenzia che mi faccia il booking e poi sarei come tutti gli altri che si dichiarano indipendenti.

E’ un’utopia pensare ad un cambiamento di rotta dove finisca con il prevalere l’essere sull’avere (e l’apparire)?

Come dice Oshawa: "l'uomo felice è colui che non ha il desiderio di brillare al primo posto, ciò che provoca la caduta all'ultimo ma che cerca l'ultimo, al fine di essere posto per sempre al primo". Solo quando seguiremo questo semplicissimo insegnamento prevarrà l'essere sull'avere.

Ci sono dei collaboratori che ti va di ricordare, tra le persone che hanno lavorato a questo tuo album?
Gianluca Ballarin produzione artistica, Frank Martino chitarra e arrangiamenti, Daniele Vianello basso, Filippo Vignato arrangiamenti fiati e trombone, Edoardo Brunello sax, Marcello Faggionato tromba, Alan Liberale batteria, Samuele Duse tastiere.

Cosa ti piace e cosa meno del panorama musicale odierno?
Mi piace andare ad ascoltare i gruppi giovani (non i vecchietti dopolavoristi) anche se fanno cover perché sento la gioia e la purezza del suonare. Non mi piacciono i super raduni con troppa gente e senza novità come i super concerti di Vasco o i ritrovi della Grande V. Mi annoio e sto nella confusione.

Quanto è utile per un artista il contatto diretto con il pubblico?

Si ma bisogna saperlo fare. Utilizzare quel momento per far divertire e non per fare comizi. Ci sono già i politici che lo fanno e di luoghi comuni e tristezze varie ne ho già le tasche piene! Se la gente viene ai concerti vuole stare due ore senza pensare alle magagne della vita di tutti i giorni ascoltando buona musica ben suonata e belle canzoni.

Per ulteriori info sull’artista:
www.facebook.com/MarcoFurioForieri

www.paroleedintorni.it
 
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