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Intervista con Sabba e gli Incensurabili

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view post Posted on 26/1/2015, 16:38
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Intervista con Sabba e gli Incensurabili

SABBA E GLI INCENSURABILI ha pubblicato il nuovo disco "SOGNO E SON FESSO". Il disco racchiude in sole dieci canzoni il diritto alla speranza di una generazione rinnegata dalle sue stesse radici che, dopo vent'anni di silenzio, si ritrova a sostenere il peso di una storia a cui non sente di appartenere. SABBA E GLI INCENSURABILI sono: *SABBA - Salvatore Lampitelli: voce, chitarra, kazoo, storie, *GLI INCENSURABILI - Luca Costanzo: basso e backing vocals, Alessandro Grossi: sax, flauto traverso, chitarra, tastiere, armonica, programmazione, Alessandro Mormile: lead guitar e backing vocals e Andrea De Fazio: batteria, percussioni. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata…

È uscito il vostro nuovo album. Ci sono dei collegamenti con quanto fatto in passato o si può parlare di una nuova pagina musicale?
Sabba e Gli Incensurabili: È un album che di sicuro conserva alcune caratteristiche dei primi Sabba e Gli Incensurabili, quelli di “Nessuno Si Senta Offeso”, ma è un disco sostanzialmente nuovo, completamente. Passati due anni, non ci si poteva aspettare altro. Siamo cambiati come persone, di conseguenza come artisti. I testi sono diversi, rendono “Sogno e Son Fesso” un album che suggerisce più ascolti, i suoni sono più grossi, gli arrangiamenti più completi, nel complesso siamo più maturi. Ci siamo concessi momenti di schiettezza, dolcezza, intimità, che con “Nessuno Si Senta Offeso” nascondevamo dietro i sorrisi e il sarcasmo dei primi Incensurabili.

C’è qualche episodio curioso legato alla creazione del vostro album “Sogno E Son Fesso”?
Sabba: Beh, quando mi si parla di episodi curiosi legati alle registrazioni dei miei dischi, non posso esimermi dal dichiarare con onestà che per raggiungere uno stato di piena pace, per ottenere la sensazione di libertà ed eliminare ogni tipo di distrazione, durante le registrazioni delle voci in studio, sono solito spogliarmi quasi completamente. Non auguro a nessuno di trovarsi con me in quei frangenti. Anzi, forse è uno dei motivi che mi spinge a continuare a farlo. Resto da solo, perché tutti scappano, e così riesco ad ottenere un briciolo di serenità.

Quanto conta la tradizione e quanto l’attualità, nelle vostre composizioni?
Sabba e Gli Incensurabili: Beh, se fossero su una bilancia, cerchiamo di concentrarci al 70% sull'ottenere qualcosa che sia attuale, 30% tradizione. Non va fraintesa la scelta di assegnare questo tipo di percentuali: siamo Campani, la Campania è già piena, stracolma, non solo di progetti musicali che attingono alla tradizione sia sonoramente che liricamente, per esempio tramite la scelta del dialetto, ma in generale e a prescindere dalla musica, di cultura, tradizioni, radici ben piantate per ognuno di noi, quindi qualsiasi cosa faremo, sarà sempre forte il nostro senso di appartenenza alle tradizioni. Partendo da lì, cerchiamo perciò di dedicare tutti i nostri sforzi ad ottenere un sound moderno, attuale, che risenta degli ascolti del passato ma che sappia anzitutto rinnovarli, costruendo tra passato e presente, quello che sarà il futuro del nostro sound, in continua evoluzione, in costante crescita, senza mai fermarsi a guardare troppo indietro, come è giusto che sia.

Trovate ci sia voglia di collaborare tra artisti o ciascuno tende un po’ a guardare in casa propria?
Sabba e Gli Incensurabili: Senza la prima, la seconda è inutile. Senza voglia di collaborare, non si gioisce mai abbastanza nel guardare in casa propria. Credo che lo sharing, in campo musicale, il confronto, il dialogo, la condivisione di forme e contenuti che ci rendano elastici nel vagliare spunti e modifiche alle nostre opere, siano fondamentali. Fondamentali.

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È complicato mettere insieme delle canzoni di qualità che possano raggiungere un buon numero di persone?
Sabba: Non lo so. Scrivo, compongo, registro, concentrandomi sulla qualità della mia musica, per poi preoccuparmi di saperla rendere con la stessa qualità dal vivo, che è l'attività che prediligo. Non faccio l'autore per cantanti famosi, né collaboro con le major, né frequento televisioni o radio importanti, ad oggi, perciò mi preoccupo veramente poco di quante persone possa raggiungere un brano. Credo fortemente che se la canzone è sentita, vera, pulita, arrivi. Se una sola persona troverà qualcosa di buono e di sincero in “Sogno e Son Fesso”, quella sola persona diventerà due, quelle due diventeranno quattro, e così sarà. Senza scorciatoie. Macinando concerti. Arrivando al cuore della gente mettendo sul piatto un pezzo del mio, del nostro.

Quando è pronto un nuovo disco, sentite una certa responsabilità o in qualche modo vi preoccupate per come verrà accolto da critica e pubblico?
Sabba e Gli Incensurabili: “Nessuno si senta offeso” (nostro primo album) fu tendenzialmente molto apprezzato da critica e pubblico. Tra i tanti consensi, come un fulmine a ciel sereno, su Il Mattino uscì una recensione di Federico Vacalebre tutt'altro che entusiastica, dove si diceva (senza ancora alcuna prova recapitataci) che eravamo una band che avrebbe suonato solo nei piccoli club. Dal giorno di quell'articolo, 150 date in giro per il Paese, Festival, 4 Concorsi di cui uno Nazionale vinti di seguito, Riconoscimenti importanti (Targa MEI Rete dei Festival, Finale Premio De Andrè, ecc.), OpenAct per Gogol Bordello, Manu Chao, Modena City Ramblers, Il Pan Del Diavolo, ospiti più volte al Primo Maggio a Napoli, al concerto America's Cup sul Lungomare, ospiti Anteprima Neapolis Festival con Le Strisce e 24 Grana. Insomma, non ci offendiamo se veniamo criticati sui giornali, non ci cambia la vita un giornalista che non apprezza la nostra musica. Finora, una sola volta è successo un fatto del genere e ha portato benissimo. Quello che piuttosto realmente conta per noi è la gente che a fine concerto si avvicina dicendoci “Grazie” piuttosto che “Bravi” e che ci chiede il disco. Col primo disco era tutta una sorpresa, ora sentiamo certamente di più la responsabilità di essere cambiati, maturati, cresciuti, di avere un prodotto tecnicamente e sostanzialmente diverso tra le mani. Ma siamo certi che chi ha compreso, seguito, appoggiato il messaggio degli Incensurabili, non andrà via facilmente.

Ci vogliono tante stesure prima che una canzone vi convinca appieno?
Sabba e Gli Incensurabili: Nel nostro caso, in genere le canzoni vengono fuori d'impulso e restano così perché rappresentano quel preciso momento. Giusto due ritocchi al testo qua e là, basta. Ci piace pensare che il momento in cui la canzone è finita, è il momento in cui è più vera. Assecondiamo questa logica perché finora ci è andata bene. Appena posato chitarra e penna, si parte subito con gli arrangiamenti. Non facciamo una scelta tra 20/30/40 canzoni. Ne scriviamo 10, ne restano 10. Siamo fortunati, non saprei come spiegarmi altrimenti questa dinamica.

C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe collaborare prima o poi?
Sabba e Gli Incensurabili: Avion Travel, Vinicio Capossela, Daniele Silvestri, Edoardo Bennato.

Nel mondo odierno, conta sempre più l’immagine. È importante per chi si occupa di musica?
Sabba e Gli Incensurabili: importantissima, il mondo della musica è anche mondo dello spettacolo. Ciò che noi facciamo dal vivo non è suonare qualche canzone con aria dimessa come a dire “tanto io sono l'artista e tu non sei un cazzo”, il concerto di Sabba e Gli Incensurabili è concepito come un live show con molti momenti di entertainment, in cui costantemente si cercano modi nuovi di attirare l'attenzione del pubblico. Tutto il mondo professionale che si occupa di musica, si occupa dell'aspetto dell'immagine. È fondamentale presentarsi al pubblico in un certo modo, se si fa un percorso musicale come il nostro. Non dev'essere sempre così, è chiaro che ci sono casi e casi. Il nostro è un caso in cui l'attenzione per l'immagine non manca mai. Concepiamo il concerto come uno show. Non come la sola esecuzione delle canzoni del disco.

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Quali sono i problemi più difficili da risolvere, quando si lavora ad un disco?
Sabba e Gli Incensurabili: Se hai un buon fonico, che sa comprendere le tue esigenze e assecondare le tue follie, un buon manager, che sa tirare fuori il meglio di te durante i momenti di panico in studio, se hai una buona squadra di musicisti pronta a dedicarsi al 100% alle preproduzioni, non ci sono problemi difficili da risolvere. Finora, non ne abbiamo avuti. Anche qui, siamo fortunati.

Nel mondo della musica, è sempre più difficile dire qualcosa di nuovo?
Sabba e Gli Incensurabili: Non credo sia difficile dire qualcosa di nuovo, credo sia difficile dire in maniera diversa le cose di sempre. Chi ci riesce, chi sa essere originale, personale, arriva alla gente in maniera veloce, immediata. Speriamo pian piano di riuscire ad arrivare a una sintesi concettuale che non ci faccia al contempo perdere spinta comunicativa. Siamo pazienti.

Poesia e musica: quali i punti in comune?
Sabba: Credo siano sostanzialmente la stessa cosa, la prima colpisce il cuore tramite gli occhi, la seconda tramite le orecchie.

Il momento Live è per molti, un momento di divertimento puro ed improvvisazione. Vale anche per voi?
Sabba e Gli Incensurabili: No. Il divertimento degli Incensurabili è la tranquillità nell'approccio al concerto, tranquillità che ci guadagniamo preparando scrupolosamente e nei minimi dettagli il nostro spettacolo. Ben venga l'improvvisazione, ma solo se rientra in uno scenario in cui tutto è sotto controllo, lì di certo ci si può concedere momenti di libertà, quando sostanzialmente tutto è sotto controllo. Non mi diverto quando non sono ben preparato. Il divertimento è frutto della serenità nell'approccio al nostro spettacolo. E' una questione di professionalità.

L’uso della tecnologia nella creazione di nuove canzoni, può essere positivo o tende ad appiattire il tutto?
Sabba e Gli Incensurabili: noi siamo apertissimi alla tecnologia, i nostri due dischi sono registrati interamente in digitale, la batteria di uno dei nostri pezzi finora più apprezzati, “Bang!” (traccia 5) è realizzata con un piccolo pad che acquistai da un amico a meno di 100 euro, comprandolo giusto per divertimento, per la curiosità di scoprire le batterie elettroniche “suonate” con le dita su dei minuscoli pad. Anche dal vivo usiamo un mac con scheda audio per le sequenze, così da sfruttare la tecnologia per portarci dietro quei suoni inseriti nel disco che per tutta una serie di motivi non potremmo portarci dietro in altro modo.

www.safeandsound.it
 
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