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Intervista con Luka Zotti

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view post Posted on 7/10/2014, 17:31
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Intervista con Luka Zotti

LUKA ZOTTI, è un polistrumentista e cantautore che ha pubblicato da poco il suo secondo disco da solista, intitolato “Forgotten Dream”. Luka Zotti è nato a Como nel 1977. Si definisce principalmente un cantante e un chitarrista, ma la sua curiosità lo ha portato ad avvicinarsi anche ad altri strumenti come l’armonica, il pianoforte, le tastiere, il basso e la batteria/percussioni. Luka Zotti si è esibito in numerosi e rinomati festival e locali in Italia ed Europa, tra cui il MEI di Faenza, e ha alle spalle diversi tour in Italia, Svizzera tedesca, Scozia, Spagna e Irlanda. Oltre al suo grande amore per la musica, coltiva da anni la passione per l’arte. Come pittore, ha infatti tenuto diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Ecco l’intervista gentilmente concessa…

E’ uscito il tuo album, “Forgotten Dream”. A far da filo conduttore tra i vari brani, il tema della guarigione. Possiamo dire che tra l’altro, la musica è spesso terapeutica?
Assolutamente sì, come tutte le forme arte anche la musica è un potentissimo “antibiotico naturale”, spesso ci dimentichiamo del potere benefico che può avere su di noi, l'emozione che proviamo ascoltando una canzone è terapeutico, usiamola per stare meglio!!

Per un artista è importante la curiosità ed il riuscire ad esprimersi in maniera diversa, di album in album?
Sì, credo che per ogni persona sia importante avere una propria evoluzione, ancor di più per gli artisti che utilizzano le emozioni per esprimersi e per comunicare, quindi direi che sono ben accolti tutti i diversi modi di esprimersi.

Essere polistrumentista ti aiuta a raggiungere il risultato voluto quando componi un brano?
Sì, questo è proprio il motivo per cui mi sono avvicinato agli altri strumenti. Mentre compongo musica, che avviene di solito con chitarra e voce (i quali sono i miei principali strumenti in cui sono anche diplomato), spesso ho già in mente anche gli arrangiamenti per altri strumenti, è come se sentissi già il brano finito.

Non solo musica nella tua vita ma anche pittura… Due passioni che hanno qualche punto di collegamento?
Assolutamente sì, sono entrambe figlie della stessa madre, ossia “l'ispirazione”, sono diversi modi di esprimersi, che ci emozionano toccando i diversi sensi, la musica ci arriva attraverso l'udito, la pittura attraverso la vista, ma entrambe vanno a toccare l'anima.

Anni di attività ed esperienza, permettono di affrontare la preparazione di un album, con maggior sicurezza e tranquillità?
Sì, sicuramente aiutano, si sa meglio come muoversi e gestire il tutto, anche se l'emozione rimane sempre e così deve essere.

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Foto di Roberto Esperto

A proposito, come trovi sia cambiato il mondo della musica dai tuoi esordi ad oggi?
Negli ultimi 15 anni è cambiato molto, in positivo e in negativo, ma sono convinto che nella vita sia più produttivo focalizzarsi sugli aspetti positivi. Tra i nuovi aspetti quello che apprezzo di più c'è la possibilità di potersi auto-produrre un disco con una buona qualità, in questo modo si conserva la libertà della produzione artistica.

Quando componi, cerchi di farlo sulla scia dell’entusiasmo e della spontaneità?
Sì, mi lascio andare alla spontaneità, compongo musica solo quando sono ispirato, altrimenti mi esprimo con altre forme d'arte.

Quali sono gli artisti che più ti piacciono?
Tantissimi, proverò a restringere il campo a quegli artisti che “mi fanno sentire più leggero”: Pink Floyd, Neil Young, Damien Rice, Jackson Browne, Bob Marley, Jeff Buckley…

Che cosa significa per un artista potersi esprimere liberamente al 100%?
Significa riuscire ad esprimersi “senza filtri”, ossia utilizzando solo l'emotività, senza la parte razionale del nostro cervello, quella serve ad altro ed è utilissima, ma non nella fase di creazione e ispirazione. Inoltre credo che esprimersi liberamente vuol dire anche “non esprimersi”, se non si ha nulla da dire e soprattutto da “dare”, meglio il silenzio, qualcun'altro si esprimerà al posto nostro con sincerità.

L’aspetto “live” del tuo lavoro, quanto ti piace?
Tantissimo! Dal vivo ci sono molti aspetti interessanti, il rapporto con il pubblico, l'interazione con i miei splendidi musicisti e l'imprevedibilità del concerto.
Dal vivo mi piace sempre lasciare un po’ di spazio alle improvvisazioni musicali, dunque oltre ai brani del disco, con la mia band, componiamo delle musiche create al momento, ci lasciamo ispirare e giochiamo…

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Hai incontrato difficoltà nel trovare chi credesse nella tua musica?
Le persone giuste e le occasioni giuste arrivano sempre quando è il loro momento, anche con questo ultimo album si sta rivelando così…
In particolare vorrei ringraziare ancora tutte le persone che hanno partecipato alla raccolta fondi per la realizzazione del disco, loro hanno contribuito al progetto nella sua prima e importante fase, quindi ringrazio per il sostegno!

Per un autore, quanto è importante saper cogliere e sintetizzare quanto gli sta attorno?
E' fondamentale, bisogna sapere sintetizzare nell'opera (musica, dipinto, scultura, poesia...) il messaggio, quel che si vuole far arrivare alla gente.

La musica negli anni attuali è anche immagine… c’è il rischio che questa finisca con l’oscurare le varie composizioni?
Decisamente sì, ne abbiamo prova anche accendendo la tv. Tuttavia conosco molte persone (anche qualcuno giovane) che ascoltano e ricercano musica di qualità, che non si fermano all'apparenza ma ricercano i contenuti.

Ti piacerebbe scrivere una colonna sonora?
Sì tantissimo, il rapporto tra musica e immagini mi ha sempre affascinato, in passato ho scritto musica per alcuni cortometraggi e mediometraggi, inoltre il mio primo disco “Colori eMotivi” era un disco di colonne sonore per video-documentari che trattavano temi come inquinamento, natura e sfrenata urbanizzazione.
Attualmente ho anche un progetto parallelo Press Trio di sonorizzazioni dal vivo di film muti (il quale è stato anche il tema della mia tesi alla scuola di musica).
Quindi sì, l'ho fatto e lo rifarei …

Per un mondo migliore serve…
Ascoltarsi. Se ci ascoltiamo, se ascoltiamo quello che abbiamo dentro e percorriamo la “nostra personale strada” non possiamo che stare bene, poiché è tutto collegato, se sta bene e in armonia il singolo individuo, lo sarà anche la comunità e di conseguenza anche l'intero pianeta.

Siti dell’artista:

www.lukazotti.com
www.facebook.com/lukazottiartist
www.youtube.com/lukazotti
www.twitter.com/lukazotti


www.paroleedintorni.it
 
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