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Intervista con il cantautore Paolo Miano

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view post Posted on 15/1/2014, 09:35
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Intervista con il cantautore Paolo Miano

Di Andrea Turetta

"Kokorozashi" (Trp Music), è il disco d’esordio del cantautore siciliano Paolo Miano. Il disco si avvale della produzione artistica di Riccardo Samperi (Mario Venuti, Mario Biondi, Nicola Piovani, Timoria, Vinicio Capossela) e della partecipazione di ospiti di qualità fra i quali spiccano gli archi dei Solis String Quartet. L’artista presenterà il suo disco Mercoledì 22 gennaio, alle ore 21.30, presso il Centro di Culture Contemporanee Zō di Catania (Piazzale Asia, 6 – ingresso 5 euro). Ecco l’intervista gentilmente concessa…

Il tuo nuovo album s’intitola, "Kokorozashi". Ha un significato particolare?
Sì, è una parola giapponese che trovo molto evocativa, sia nel suono che nel significato. Vuol dire, letteralmente “direzione del cuore”, anche se in giapponese moderno è usata per esprimere concetti come intenzione, aspirazione, ambizione.

E’ stato un percorso particolarmente lungo quello che ti ha portato a questo tuo nuovo album?
Abbastanza. A partire dall'incontro con Riccardo Samperi ci sono voluti circa due anni per trovare la veste artistica più giusta per le mie canzoni. Ma era un percorso che avevo già cominciato un paio di anni prima, nel 2009 per essere precisi

Hai incontrato difficoltà nel trovare chi credesse nella tua musica?
Ovviamente, anche per via del fatto che non sono più tanto giovane. Ma ho avuto la fortuna di incontrare le persone giuste al momento giusto, come Riccardo, ad esempio, ma anche tutte le altre persone che hanno lavorato e lavorano al mio progetto con passione ed entusiasmo: i musicisti, i video maker, i grafici, i promoter e tutti gli altri. Colgo l'occasione per ringraziarli tutti.

Paolo13+Miano_b



In genere, come nasce una tua canzone?
Una mia canzone nasce soprattutto da una melodia, spesso partorita appena sveglio. A volte viene fuori con tutto il testo. Al contrario, partire dal testo, è un più dura...

La tua città quanto spazio occupa nelle tue canzoni?
Non molto, in realtà. Parlo più da un'ottica personale. Ma c'è una canzone nel mio album, dedicata ad un calciatore della squadra della mia città, Maxi Lopez, nel quale mi sono identificato in un momento in cui la mia vita era condizionata dall'attesa di un responso.

Come vedi cambiata nel corso degli anni, la musica d’autore?
Secondo me c'è stata una svolta, all'inizio degli anni '90, in cui fortunatamente l'aspetto musicale ha iniziato ad rivestire un'importanza almeno pari a quella del testo, mentre era stato piuttosto trascurato negli anni '70-'80. Adesso è molto variegato, c'è chi si rifà maggiormente alla tradizione, e chi invece è più alternativo. Lo trovo più interessante, adesso.

Come trovi sia l’ascoltatore medio italiano?
Molto peggiorato, negli ultimi anni. Non è solo una questione di gusti più o meno scaduti, alla fine quelli sono soggettivi. E' proprio un calo di interesse generale verso le canzoni, non fanno più costume come quelle di Battisti, ad esempio.

Covermiano+disco



Fare musica, significa anche studiare, ricercare e, presumo tenersi aggiornati. E’ un lato importante della tua professione?
Senza dubbio. Sono convinto che un artista debba esprimere le proprie idee in modo adeguato al proprio tempo. Non si tratta di seguire le mode ma di evolversi. Non sopporto il conservatorismo di chi vuole imbalsamare “la tradizione” o peggio ancora chi guarda al passato con nostalgia e non semplicemente come fonte di ispirazione; la tradizione si mantiene viva attraverso la sua evoluzione nei tempi. Faccio un esempio: l'Italia ha una tradizione secolare nella buona cucina ma questo non vuol dire che mangiamo come nel '600.

Quando entri in sala d’incisione, in genere, hai le idee abbastanza chiare su quello che vuoi ottenere? Sul disco che andrà a formarsi?
Abbastanza. Quando compongo una canzone ho un'idea piuttosto chiara di come debba suonare nel suo complesso. La difficoltà è rendere coerenti tra di loro le canzoni all'interno di uno stesso disco, dato che ho un approccio abbastanza variegato alla composizione. Ma per fortuna ho incontrato due arrangiatori di eccezione come Riccardo Samperi e Giuseppe Furnari.

La produzione artistica dell’album è stata affidata appunto, a Riccardo Samperi… Com’è nata questa vostra collaborazione?
Ho ascoltato “Recidivo” di Mario Venuti e ne ho apprezzato molto gli arrangiamenti. Quindi l'ho contattato ma senza troppe aspettative. Invece lui mi ha risposto con una stima artistica che mi ha incoraggiato molto nel mio percorso.

Cosa ricordi delle prime esperienze musicali?
C'era tanto fermento e tanto entusiasmo. Tanta voglia di essere creativi. Il movimento musicale catanese era agli albori e abbiamo vissuto una stagione, nel suo piccolo, epica.

Importante, penso sia il lato “live” del tuo lavoro… Come lo vivi? Lo preferisci al lavoro in Studio?
Penso siano due aspetti complementari, che amo in egual misura. Il lavoro in studio gratifica l'urgenza creativa, il live quella comunicativa.

Quali credi debbano essere le qualità di un buon autore di canzoni?
Intanto deve avere una conoscenza musicale quanto più vasta possibile. In fase compositiva non si deve mai accontentare della prima idea che gli viene in mente ma cercare sempre quella più interessante. Riguardo ai testi, al di là del talento strettamente letterario che non trovo indispensabile benché auspicabile, bisogna fare attenzione alla sonorità e al ritmo delle parole, cosa molto difficile con l'italiano, ecco perché preferisco partire dalla melodia. Queste cose le dico da ascoltatore, prima ancora che da cantautore.

Per un mondo migliore serve…
Lo sforzo di tutti!

Sito Ufficiale:
www.paolomiano.it

www.zoculture.it

www.ufficiostampagpc.it
 
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