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Intervista con Guido Foddis: un artista tra musica e bicicletta

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view post Posted on 12/9/2012, 15:48
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Intervista con Guido Foddis: un artista tra musica e bicicletta

Di Andrea Turetta

Il 21 maggio è uscito ufficialmente il nuovo disco di Guido Foddis intitolato "La Repubblica delle Biciclette". L’album vede la partecipazione di Davide Cassani, Alessandra De Stefano, i ciclisti del Giro d'Italia Peter Sagan, Sacha Modolo, Tiziano Dall'Antonia e Alan Marangoni. Andrea Poltronieri di Zelig, Herman Medrano e i musicisti dei Modena City Ramblers. Ecco l’intervista che l’artista ci ha gentilmente rilasciato…


Com’è nata l’idea di un progetto artistico collegato al ciclismo?
GF: Seguo il Giro d'Italia come inviato per radio e tv ormai da sei edizioni. Una passione da bimbo che poi è diventata anche un mestiere, soprattutto ora che invece il musicista in Italia non è più un lavoro... Prima l'amicizia con Marzio Bruseghin, un ciclista simpaticissimo, pieno di argomenti, umanità e cultura. Poi la conoscenza di altri professionisti delle due ruote... Due anni fa mi è venuta voglia di coniugare la mia musica e la bici, e ho realizzato uno spettacolo strampalato in cui la rockband, mentre suona pedala, e mentre pedala illumina il palco. A quanto ne so, è stata la prima volta al mondo che è andata in scena una roba del genere... Non essendo un amante delle cover, ho cercato di evitare la solita trita e ritrita compilation di brani italiani, francesi, inglesi etc. sull'argomento ciclistico. Ho scritto in una settimana l'intero repertorio, come se componessi un musical vecchio stampo. Un protagonista simile al “Barone Rampante” di Calvino, che però invece di salire su un albero sale sulla bicicletta e non scende più... Le canzoni narrano i capitoli dell'intera vicenda, fino all'epilogo in cui il nostro eroe, insieme ai proseliti che ha radunato, fonda una vera e propria Nazione dedicata alla gente che pedala, dove i TIR non entreranno ed è bandito il petrolio, i passi carrai e ogni altro retaggio automobilistico.
Il disco appena pubblicato “La Repubblica delle Biciclette” è dunque la registrazione su CD di questo musical a pedali. In futuro mi piacerebbe molto produrre anche il film musicale, un po' come facevano i Beatles o i Pink Floyd per i loro concept album.

Tanti gli artisti che ti hanno coadiuvato in questo nuovo album… Tante le loro idee apportate per una buona resa finale?
Non amo coinvolgere gli ospiti dicendo loro “Fai ciò che vuoi.” Di solito mi piace pensare e scrivere tutte le parti prima, e poi chiedere ai musicisti e agli ospiti di eseguirle. Anzi mi stimola molto in origine comporre pensando alle caratteristiche dei musicisti che voglio coinvolgere, mi diverto a immaginare in anticipo come suoneranno il pezzo. Anche in questo caso, ho svolto una preproduzione di due mesi, in cui ho registrato tutto il disco in brutta copia. Dopodichè, passare dall'idea all'azione è stato semplice e divertente. Capitolo a parte per quanto riguarda alcuni bassi del disco. Stimo molto Max Ghiacci dei Modena City Ramblers, abbiamo gusti musicali molto simili. Nel suo caso ho fatto un'eccezione, gli ho lasciato carta bianca per arrangiare il suo strumento nei sette pezzi in cui ha registrato. Ero convinto che avrebbe girato ogni brano in una prospettiva ottimale, e così infatti è accaduto. Sui suoi bassi ho poi sviluppato le figure degli altri strumenti.

E’ stato complicato coinvolgerli nella realizzazione del disco?
Non è stato complicato ottenere l'adesione di musicisti e ospiti, piuttosto è stato un delirio incontrarsi per registrare... Anche perchè, va precisato, non sono entrato neanche un minuto in uno studio di registrazione, nemmeno per il missaggio e il mastering. Le uniche spese di produzione del disco sono state dei pieni di carburante e le pizze offerte ai musicisti. Ho usato un setup hardware portatile che mi ha allestito Antonio Masiero, coproduttore del disco e mio collaboratore principale. Grazie a questo studio mobile, trasportabile con due sole mani, ho girato l'Italia con la mia macchina a metano per catturare ogni ospite. Ti elenco alcuni posti in cui ho registrato, e giuro che non esagero: il fienile di una comunità di accoglienza, temperatura sui cinque gradi; il sottotetto di un amico in Valsugana, in cui ho radunato le collaborazioni trentine; la casa di un batterista in provincia di Ravenna dove sono convenuti in processione i tanti ospiti romagnoli; la sala massaggi di un albergo vicino a Livorno, per catturare alcuni ciclisti della Liquigas durante un ritiro invernale; il parcheggio fuori dalla sede del Resto del Carlino, appoggiato sullo scheletro di una macchina carbonizzata, per il contributo del giornalista Angelo Costa; lo scantinato del teatro di Rubiera per Max Ghiacci e Francesco Moneti dei Modena City Ramblers; per quanto riguarda Marco Pastonesi, Paolo Maggioni, Pier Augusto Stagi, Davide Cassani, il ciclista Sacha Modolo, mi sono servito direttamente alla fonte: il loro salotto di casa. Ma la vera impresa è stata catturare la voce di Peter Sagan, il campione più luminoso del ciclismo odierno: il giorno di Pasqua sono partito da Ferrara per raggiungere casa sua, in Slovacchia a Zilina... 3.000 km in 28 ore, per una registrazione di appena un minuto. Se non è passione per la musica questa!

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foto di Stefano Pasquini

C’è da pensare che tu sia un appassionato delle due ruote…
Non solo. Mi appassiona in generale tutto lo sport. Ne pratico tanto, e male. Sono principalmente un baskettaro. Poi bici, sci da fondo e trekking. Da spettatore seguo praticamente tutto, dalla pallanuoto al tiro con l'arco... fino al biliardo a stecca, italiana e goriziana, una passionaccia. Lo sport per me è la parabola più chiara e istruttiva per raccontare la vita e le persone. Da adolescente ero convinto di fare il cronista sportivo, studiavo come un matto gli almanacchi sotto i banchi di scuola. Poi ho scelto la musica...

Non sarà un caso se il disco è uscito nel periodo del Giro d’Italia… Anzi, credo sia un progetto artistico che potesse sposarsi alla perfezione con il Giro stesso…
Ehehehe, dicesi biecamente: operazione di marketing! Non avendo uffici stampa, né promoter o altri cialtroni rubagalline al seguito, ho approfittato dell'esposizione mediatica durante l'inviatura al Giro d'Italia per fare conoscere questo progetto e prendere contatti per rappresentare lo spettacolo a pedali della “Repubblica delle Biciclette”. E alla sera, dopo la tappa, andavo nei locali a presentare il disco. Faticoso, ma molto divertente e a costo quasi zero!

A proposito di biciclette e ciclisti… Oggi in molte città, sono sorte tante piste ciclabili. Segno che si sta dando sostegno ad un nuovo modo di spostarsi, anche rispettoso dell’ambiente?
E' un tema che nel disco affronto a più riprese, e la mia opinione in materia la si può evincere soprattutto dalla canzone “Un mondo a pedali”. Le piste ciclabili stanno sorgendo in colpevole ritardo, in Italia. Tardi e male, poiché sono realizzate in coabitazione con pedoni, piene di buche, intralciate di continuo da intersezioni di strade laterali da cui provengono le macchine. Per percorrere in bicicletta 10 km su una pista ciclabile impieghi il doppio del tempo che richiede la strada principale, e spesso corri più rischi, perchè sei più rilassato e ti credi protetto. Certo, la direzione intrapresa negli ultimi anni è quella giusta, ma siamo indietro. Anche l'indotto del cicloturismo in Italia, tralasciando il Trentino-Alto Adige, è bassissimo per le potenzialità che ha. Viaggio moltissimo in Europa, anche in bicicletta, e il confronto con la Germania, Paesi Bassi, la Francia, l'Austria, anche la Polonia... suvvia, è impietoso! Perfino caricare una bici sul treno in Italia è un'impresa, oltre che un costo salato. Per il capotreno, il ciclista è sostanzialmente un rompicoglioni snob e fancazzista. Con il patrimonio paesaggistico e culturale di cui godiamo, dovremmo essere i primi nel mondo, e invece... Ben vengano azioni di lobby come Salvaiciclisti, per mettere pressione alle istituzioni denunciando e informando: è l'unico modo per ottenere qualcosa più di una promessa!

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foto di Stefano Pasquini

All’interno del disco non mancano omaggi a vari artisti ed alle loro canzoni, si va da Bennato, a Battisti per arrivare ai Prozac+… Erano davvero molti i pezzi che potevano inserirsi nel progetto… C’è stato quindi, un lavoro di ricerca e selezione rigorosa?
La mia idea era quella di non inserire cover di brani sul tema della bicicletta. Ho ceduto solo su “Bartali”, stuprata in stile ska e cantata in dialetto ferrarese dal bravissimo cabarettista e sassofonista Andrea Poltronieri. Mi sono invece divertito a cannibalizzare alcune hit che niente hanno a che fare col ciclismo, stravolgendone il testo e anche le musiche. Trascinandole dentro all'argomento del disco con ironia e poca deferenza. “Sono solo canzonette” è diventata “Suono sulle biciclette”; la “motocicletta 10HP” di Mogol è diventata il racconto di una bicicletta nuova di zecca, rubata inesorabilmente nonostante fosse ben lucchettata... “Acido acida” si è trasformata in “Acido lattico”, cantato a squarciagola dai ciclisti Peter Sagan, Sacha Modolo, Alan Marangoni e Tiziano Dall'Antonia. Ma le citazioni per me più sfiziose sono quelle strumentali, prese dai miei dischi preferiti, dai Beatles, dai Queen, dagli Who, dai Foo Fighters (che a loro volta poi citano i Beatles, i Queen e gli Who...). Penso che dall'ascolto della “Repubblica delle Biciclette” si capisca bene quale musica ascolto, e quale mi piace prendere per il culo perchè francamente mi fa schifo....

Quanto c’è voluto per mettere insieme questo album?
Due mesi di preproduzione, due mesi per registrare gli strumenti e le mie voci, tre mesi per agguantare tutti gli ospiti, un mese per missaggio e mastering. Dunque otto mesi di lavoro.

Ci sono degli spettacoli live legati a questo progetto artistico, come si caratterizzano?
Beh a questa domanda ho già risposto in principio... Posso solo aggiungere che le informazioni sullo spettacolo a pedali “La Repubblica delle Biciclette”, di cui il disco è la colonna sonora, sono sul sito www.repubblicabiciclette.it e su facebook.

Quali pensi possano essere le doti di un buon cantautore?
Talento, originalità, incoscienza. Deve sostanzialmente cercare di realizzare qualcosa che non è ancora stato fatto.

Che cosa significa per un artista potersi esprimere liberamente al 100%?
Significa andare incontro a ristrettezze economiche, sbarcare il lunario raccogliendo le pere d'estate e facendo lo steward allo stadio per 40 euro d'inverno, senza nemmeno l'illusione di un premio finale, ma solo perchè “si deve fare”. Significa svendere il proprio corpo ma non cedere alla tentazione di vendere il proprio talento a un'orchestra da balera o a una scuola di musica. Significa guardarsi allo specchio ad occhi aperti.

Una cosa si può forse dire di questi anni… L’immagine, il look, tendono a predominare sulla sostanza…
Secondo me anche questa fase ormai è terminata. Nemmeno l'immagine rende più, in termini economici. La crisi ha spazzato via anche questa solida certezza. Nemmeno la spazzatura garantisce più uno stipendio.

A proposito di sostanza… c’è più fumo o più arrosto nel panorama musicale odierno? Pensi ci siano degli spazi adeguati per chi fa musica?
Per quanto riguarda la musica, in Italia, secondo me è finita. Solo chi aveva già un solido riscontro prima della crisi, ora riesce a sopravvivere, di rendita e a colpi di “best of”. Gerontocrazia musicale che anima festival in agonia, in cui gli organizzatori fanno sempre più fatica a ricavarsi la cresta, perchè comunque i fondi pubblici dove grattare sono finiti. Per tutti gli artisti fuori da questi discorsi, la possibilità di emergere è pari a zero: tutti vogliono emergere, e pensano di poter emergere, peccato che a nessuno interessi più fare emergere qualcosa. I dischi sono investimenti a fondo perduto, le tariffe per farli trasmettere nei network sono insostenibili, i concerti per promuoverli sono pochi e spesso gratis, a volte addirittura a pagamento. Nella scala dei compensi, per un ipotetico concertino in piazza con budget sui 2.000 euro, si comincia dai 2-300 euro regalati alla SIAE, con relativa coda in ufficio perchè spesso apre solo tre ore al giorno. Poi ne regali altrettanti all'ENEL per un allacciamento temporaneo. Dopo nel Gran Ballo tocca alle istituzioni, con ingegneri, periti, perfino barellieri di ambulanze chiamati dietro compenso ad assumersi la responsabilità per vie di fuga, istruire una D.I.A., bolli da 14 euro a pioggia... Insomma, superi i 1.000 euro prima ancora di aver interpellato il service audioluci e il gruppo musicale, cioè la sola gente che lavora in uno spettacolo. I tecnici si prendono 100 euro per lavorare 12 ore sotto il sole di agosto. Gli artisti invece suonano gratis o quasi, perchè arrivati a questo punto ormai il budget si è prosciugato. Questo è il dipinto della situazione musicale nell'estate 2012: chi suona, chi tiene il palco e intrattiene la gente, è l'ultima ruota del carro, la meno importante. Se non gli sta bene, avanti il prossimo, tanto uno che viene al tuo posto gratis c'è sempre. In questi anni di poltiglia gli pseudo-produttori artistici, sirene musicali con le pezze al culo, cercano solo di raggirare band di ragazzini per spremergli i risparmiucci in banca. Promettono in cambio servizi di ufficio stampa inesistenti, strategie promozionali vecchie bacucche, miraggi di audizioni nelle grandi città, dove in realtà non esiste più nulla. Li vedi tutti in svendita nei meeting delle etichette, la fronte imperlata di sudore, scambiandosi bigliettini da visita tra di loro, ripetendo il mantra “va tutto benissimo, ho in ballo diversi progetti molto validi...”. Trovo questa situazione apocalittica e allo stesso tempo comica. E in gran parte meritata.

Sito dell’artista:

www.guidofoddis.it

www.repubblicabiciclette.it
 
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