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Intervista con gli Ufficio Sinistri

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view post Posted on 29/3/2012, 08:20
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Intervista con gli Ufficio Sinistri

Di Andrea Turetta

Gli Ufficio Sinistri sono una band concepita come l'unione di stili eterogenei provenienti da esperienze culturali e musicali differenti. Dopo “La Teoria di Kasparov”, primo album ufficiale della band edito da Warner Music Italy è ora uscito il loro nuovo lavoro discografico "Veleno". Conosciamoli meglio, nell’intervista che segue…

A sentire qualche vostro brano, si direbbe che il rap ed il rock non siano due mondi così lontani…
Biko- UFFICIO SINISTRI: Assolutamente no, sono più vicini di quanto si possa immaginare. Cominciando da molto lontano, generi come il Jazz, Blues e Funk svelano, quanto il Rock prima e subito dopo il Rap, abbiano attinto significativamente da loro, il tempo e la naturale evoluzione delle cose hanno fatto il resto. Diciamo che la lontananza sostanziale la ritroviamo nell’immagine che trasmettono perché, a mio parere, nel corso del tempo il modo di apparire dei due generi si è distaccato per poter confluire meglio nel mercato che è cambiato ancora più velocemente dei due generi stessi. Il forte potere comunicativo di entrambi è stato messo in secondo piano per far spazio ad un mondo che deve per forza catalogare qualsiasi cosa per poterla vendere. Ritengo però che faccia parte della naturale evoluzione delle cose, il bello della musica è che si rigenera con la stessa facilità con la quale si rovina.

Quali sono stati i percorsi che vi hanno condotto a formare la vostra band?
L’idea di creare gli Ufficio Sinistri è nata da me, l’intento era di rifare dei miei pezzi in chiave strumentale. Tramite un amico sono riuscito a riallacciare i rapporti con Malox, perche tempo prima eravamo membri della stessa Crew. Le nostre strade si sono separate per un periodo, dove entrambi suonavamo in altre formazioni, Malox nei Merdonald’s ed io nella Click Quimmoda. Il resto della band si è formata nel corso del tempo ma ricordiamo con grande affetto tutte le persone che sono passate per l’Ufficio, è anche grazie a loro che siamo gli Ufficio Sinistri.

Quanto conta la musica nella vostra vita?
Non è possibile dare una misura alla propria natura. L’importante è dimostrare a se stessi quanto conta la musica. Personalmente le dedico l’intera giornata, non potrei fare altrimenti, le amicizie, gli amori, le delusioni, le soddisfazioni, lo stile di vita e tantissimo altro, sono collegate a doppio filo al mondo musicale. Gli appassionati dedicano ogni loro sforzo e pensiero per il raggiungimento della soddisfazione personale, tramite un mezzo che, a mio avviso, è il migliore che esiste. Non entro nel merito dei soldi che si spendono per portare avanti ciò in cui si crede perché sarebbe come darla vinta al materialismo, perché la passione ti fa dimenticare pure questo.

I giovani artisti quanto hanno da imparare dai loro predecessori?
Anche i nostri predecessori, ancora adesso, hanno da imparare dai loro predecessori e via dicendo. Tutto può essere fonte di ispirazione, non solo per i giovani. Le influenze contano molto su quello che sarà il tuo stile ma non sono l’unica cosa che serve, l’ingegno e l’estro personale rendono diversa la musica di ogni singolo individuo. Bisogna fare scorpacciate di musica e quando pensi di essere sazio devi ricominciare da capo, per poter comprendere sempre meglio il miglior modo per utilizzare questo linguaggio universale.

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Oggi i giovani si sentono spesso in un clima di precariato. Succede anche a chi fa musica?

Tocchi un tasto dolente, si potrebbe restare qui per mesi a discutere su questo argomento. Manca la cultura della musica purtroppo, come manca la cultura del lavoro sicuro. L’immagine che arriva dai grandi mezzi di comunicazione distorce completamente la realtà, cioè, se il rapper o il rocker di turno, mostrano con Americana arroganza i propri averi, non è detto che sia un’artista ricco ed affermato. E’ tutta una leggenda quella del potersi fare i soldi con la musica, almeno, è un sogno irrealizzabile per moltissimi artisti ed un mercato chiuso… ma si calchiamo la mano… è una loggia riservata a pochissimi. Ora l’importante è vendere e basta, meno problemi crei meglio è. A partire dai locali fino ad arrivare alle Major, tutti sono implicati nella disfatta della musica Italiana. In più siamo una categoria che ha poche, direi, inesistenti tutele. Sulla sicurezza nel luogo di lavoro, perché il palco è il nostro posto di lavoro, sul pagamento di quelli che sono i contributi, perché nel 90% dei casi veniamo pagati senza regolare fattura e senza nemmeno la compilazione dei moduli SIAE, solo per citare alcuni dei problemi. E per poter proseguire un’artista è costretto ad essere complice a sua volta di questo disgustoso meccanismo. Addirittura ci sono situazioni dove ti propongono finanziamenti o mutui per registrare a prezzi esorbitanti o per servizi pubblicitari, in questo modo trasformeranno tutto in un Hobby per benestanti, così i giovani e non solo perdono in partenza. Fortunatamente esistono pure le brave persone che faticano sei volte di più a causa di questa ignoranza generalizzata, esclusiva dell’Italia. Quello che vogliamo è essere considerati come lavoratori, con tutti i diritti e doveri che ne conseguono. Si tratta di cultura, non si può spegnere la musica.

Quanto contano la sincerità e la naturalezza, quando si fa un disco?
Questi sono due elementi che servono pure nella vita, non solo nella musica. Io principalmente mi occupo della scrittura dei testi, dove sincerità e naturalezza sono colonne portanti per ottenere una certa credibilità, insomma, oltre a queste occorrerebbe pure molta coerenza. La spontaneità viene utilizzata nella scrittura dei brani, invece durante la registrazione bisogna ponderare bene su quali parti sono meglio per il pezzo. Capitano volte che le canzoni vengono scritte in pochissimo tempo, cavalcando la vena artistica di ogni uno; una volta in studio però, ci si rende conto di camminare su due terreni diversi, tutti gli errori e le sbavature vengono risaltate, ed è li che interviene l’importanza dell’arrangiamento e del produttore. Senza la collaborazione equilibrata di tutti gli elementi che occorrono per la buona riuscita di un brano, non sarebbe possibile ottenere la qualità sperata.

In genere, le vostre canzoni quando nascono, hanno poi bisogno di più stesure o rimangono abbastanza fedeli all’idea di partenza?
Dipende, “La teoria di Kasparov” contiene brani che non hanno subito modifiche, per quanto riguarda la stesura e le strutture, la musica invece è stata tutta riscritta. Bisogna sempre fare ciò che è meglio per il brano, non per chi lo fa, questo è importante, perché ogni canzone ha una vita propria.

Ci sono dei momenti particolari nel corso della giornata, nei quali nascono le vostre canzoni?
L’ispirazione quando arriva, arriva. Per citarti un caso in particolare, le strofe de “La paura della gente”, il nostro primo singolo, le ho scritte di notte, al lavoro, su delle etichette che ancora conservo. Più ci si sforza a voler scrivere più non si riesce, almeno nel mio caso. Per questo bisognerebbe mantenere sempre l’orecchio teso verso il proprio istinto creativo.

Per un autore, quanto è importante saper cogliere e sintetizzare quanto gli sta attorno?
Il saper cogliere emozioni o qualsiasi altra cosa da eventi o situazioni è importantissimo, però non esistono scuole o seminari per imparare ad ascoltare i sentimenti, la sensibilità di ogni singolo individuo fa la differenza. Perché lo stesso tema può essere affrontato da angolature e sfumature diverse, ogni uno con la propria capacità empatica. Per quanto riguarda il sintetizzare invece sono meno d’accordo, se andiamo ad ascoltare brani del passato ne troveremo di lunghissimi, senza ritornello o tutte quelle strutture che ingabbiano la comunicazione in uno schema, ad esempio “L’avvelenata” di Guccini, “Cosmodromo Messicano” di De Gregori o “Io se fossi Dio” di Gaber. Ora sarebbe molto difficile far passare pezzi del genere, nei tempi moderni è essenziale lo Slogan, più che la filosofia di una canzone. Onestamente preferisco molto di più l’approccio del passato.

La musica, specie negli ultimi anni, è anche immagine… c’è il rischio che questa finisca con l’oscurare le varie composizioni?
In parte ho già risposto a questa domanda ma se vuoi il mio parere personale è: SI, anzi, già lo sta facendo, l’immagine ha surclassato di gran lunga la composizione. L’impressione che ho io è quella di vedere personaggi vestiti nello stesso modo, con le stesse capigliature e abiti, purtroppo pure il contenuto delle canzoni tende ad assomigliarsi. In un mondo che viaggia di gran carriera nella globalizzazione, come potevano escludere la musica, ricordiamoci che i giovani esistono sempre e loro sono mercato appetitoso per l’industria della musica. I Talent Show hanno una grande responsabilità in tutto questo, perché si sono auto incoronati come nuova realtà o “fabbrica sforna cantanti“, illudendo, oltre che i diretti interessati, pure tutto il pubblico che sogna di poter partecipare a questi miraggi, escludendo completamente il principio della Gavetta, principio che sta alla base della musica.

Quali pensate siano le cose che piacciono di più di voi al pubblico che vi segue?
Ritengo che la grinta e la schiettezza con la quale ci poniamo sia un elemento assai gradito, poi il fatto che apparteniamo tutti a diverse culture musicali fa si che il nostro messaggio arrivi su più sponde. E poi non saprei, dovremmo chiederlo a loro… hihihi.

Per chiudere, quali le canzoni e gli artisti che più vi hanno fatto desiderare di fare musica attivamente?
Preferirei citare gli artisti, più che le canzoni, non vorrei partire con la lista della spesa. Comunque, per quanto mi riguarda, Francesco De Gregori è stato il mio”istigatore” nella scrittura e i Mobb Deep per l‘approccio. Parlo per gli altri componenti della Band: Malox ha l’anima scatenata dai Sex Pistols, Fester è un fanatico appassionato dei Beatles, Francesco Colombo affonda le sue radici nel Jazz e nel Funk, tra artisti come Django Reinhardt o Steve Lukather, mentre Francesco “Effe” Farinelli tra gruppi come i Deep Purple o i Korn.

Siti del gruppo:
www.ufficiosx.com
www.facebook.com/ufficiosinistri

Si ringrazia per la gentile collaborazione Laura Gorini
 
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