| RICCARDO FOGLI… RIGHE D’ARTISTA, DI SAGGEZZA, D’AMORE…Di Andrea e Luca Turetta Riccardo Fogli di Pontedera (PI) dov’è nato il 21/10/47, ha un fratello, Luciano, una nuova moglie di nome Karin, sposata di recente, con la quale il nostro, sembrerebbe aver trovato piena stabilità affettiva nonché una certa “stabilità dei sensi” (indispensabile per una certa fedeltà). E’ noto infatti che in passato Riccardo ebbe avuto modo d’unirsi, prima sposando Virginia Minetti, in arte “Viola Valentino”, poi unendosi a Nicoletta Strabelli, alias Patty Pravo, indi passando alcuni anni assieme a Stefania Brassi. Riccardo ha due figli, Alessandro Sigfrido (17 anni) avuto dalla relazione con Stefania e Maria Elena, figlia adottiva di 22 anni, avuta dalla stessa Stefania, ma nella precedente relazione di lei) cui è legatissimo. Detto brevemente del Riccardo Fogli nel privato (ambito di cui un personaggio pubblico ha l’handicap di doverlo spesso pure, controvoglia, esternare), passiamo all’aspetto artistico, dove l’artista toscano eccelle non certo di meno.. Infatti, il nostro, dopo l’esperienza giovanile con gli Slenders, essere approdato (dal 1966 al 73) ai Pooh, storica band da cui poi scelse di separarsi, causa divergenze “sentimentali” dovute all’allora “scomoda” (quantomeno agli occhi degli altri componenti della band) unione, ch’egli intratteneva con Patty Pravo. Una volta intrapresa la strada solista, Fogli ha scritto pagine di musica (e vita) decisamente memorabili, in un connubio di sentimenti ed armoniche melodie, sì da farne uno dei maggiori esponenti del panorama canoro anche a livello internazionale (non dimentichiamo che Riccardo continua a viaggiare molto, promuovendo la sua musica ed il messaggio in essa contenuto, in ogni dove, attraverso i suoi sempre numerosi concerti ai quali riscuote immutato successo di pubblico e di entusiasmo). Pezzi come: “Mondo”, “Storie di tutti i giorni”, “Malinconia”, “Pensiero”, “Romanza”, “Io ti prego di ascoltare”, “Noi due nel mondo e nell’anima”, senza scordare “Piccola Ketty” e “Tanta voglia di lei” (pezzi intramontabili ai tempi del connubio con i Pooh). Nell’intervista che segue, realizzata al Festival Show 2010, in quel di Padova, il lettore avrà modo di conoscere Riccardo (per noi è semplicemente una conferma) con molta semplicità, per come è, sia come artista che, soprattutto, come uomo. Un uomo decisamente maturo, razionale, che non dimentica mai il suo passato d’operaio, che comprende benissimo di far parte di un mondo, quello dello spettacolo, certamente privilegiato, ma non per questo, scevro di problematiche (non solo a livello tecnico). Un artista vero, perché sa dare il giusto peso alle cose, senza farle… pesare. Sarà anche per questo che ogni volta che lo vediamo salire sul palco, ci vien tanta voglia di… lui, delle emozioni che ci sa rendere, del sentimento d’amore su cui da sempre poggia la sua musica, il suo messaggio. Ai giorni nostri (non certo facili da vivere) se non è piacevole… terapia quella!Otto volte (con un successo nel 1982 con “Storie di tutti i giorni”) a “Sanremo”, vittorie a “La Vela d’oro” ed al“Festivalbar” (l’anno prima), affermazione a “Music Farm 1” (2004). Platee ed emozioni diverse, ognuna utile per la tua crescita artistica e non solo…Beh, è il mio mestiere; un po’ di talento, la mia mamma m’ha fatto così e, quindi, diciamo che il bilancio è positivo. Quali differenze (se ci sono) hai notato nel tempo, dal Riccardo Fogli componente di un gruppo, al solista?Ah beh, nei primi anni decisamente mi mancavano terribilmente i miei amici Pooh; la loro amicizia, il fatto che uno scriveva le parole, l’altro la musica ed io cantavo, oppure il fatto che guidavamo il camioncino, la macchina… Poi me ne sono fatto una ragione, ho cominciato a camminare con le mie gambe, mah… (Riccardo chiude la frase, abbassando lo sguardo, quasi auto-stoppandosi per non andare oltre, ndr). Cosa ne pensi della decisione di Stefano d’Orazio di lasciare i Pooh e della new entry, Steve Ferrone? Quanto a te, mai pensato ad un ritorno, magari in grande stile?Mah, che qualcuno di loro si diverta a suonare, con qualcun altro… e che noi, musicisti, cantanti, ci divertiamo anche a cantare con altra gente, è un fatto positivo. Per Stefano mi dispiace, però capisco anche che dopo quarant’anni e più, che è stato lì… poi venga voglia di cambiare. E’ proprio lecito. Senza tanti… fogli, semplicemente con una riga, chi è oggi Riccardo Fogli?Beh, sono un uomo che una volta era alto 1,79 ora sono sceso a 1, 785; mi sono ritirato di mezzo centimetro: che tristezza! (Sorride Riccardo, che poi prosegue, ndr). Quindi ho da fare tanti sogni, scrivo continuamente, leggo molto, cammino, corro, faccio maratone in giro per il mondo, un mare di concerti in ogni dove… La porta è aperta ai sogni ed alle speranze anche se, voglio dire, la consapevolezza dice che molte cose che sono passate non torneranno più. Ed è una realtà. Riguardo alla crisi dell’ambiente musicale, c’hai detto: “Chi vive di musica non vuole diventare ricco, sono i discografici, i manager , i produttori che avrebbero dovuto organizzare meglio il loro business”. Intendevi dire tra le righe, che solo l’artista ha un cuore pulsante creatività, gli affaristi non c’entrano nulla con “l’arte povera”…No, in realtà intendo dire che noi siamo stati protetti come sotto una campana di vetro ed i nostri diritti (i nostri, poi quelli della musica) dovevano salvaguardarli quelli che, fondamentalmente, guadagnavano di più ed avevano gli avvocati, la coscienza, la cultura. Noi ci siamo trovati un po’ smarriti in questo labirinto e, quando ci siamo resi conto che stavamo perdendo per strada la possibilità di far diventare questo bel hobby, un mestiere (anche per i nostri figli), le cose si sono complicate. Ma va bene lo stesso, eh! (mica tanto… ndr) Tra i tuoi vari concerti, le nuove proposte, hai un lavoro di cui ti va di parlarci?No, scrivo continuamente, ho sette-otto canzoni, quasi finite ed arrangiate, non ho un progetto reale… Invece dal 7 di luglio sarà in uscita un libro, sul quale abbiamo lavorato per cinque-sei anni, ed è anche difficile da spiegare perché non è un testo solamente musicale. Quando si parla di uno che è quarant’anni che vive sui palcoscenici di mezzo mondo, ci sono inclusi i fatti storici, musicali e non solo… Questo è il progetto su cui sto lavorando. Quale il gruppo ed il cantante su cui oggi punteresti senza esitazione?Mah, non lo so davvero. Mi piacciono quasi tutti, guarda. Trovo che ci sia una grande energia e notevole tecnica in questi giovani. Dovessi consigliare chi volesse intraprendere la strada canora, quali sarebbero i consigli fondamentali che gli renderesti?Di studiare anche! Di non abbandonare mai gli studi, almeno di diplomarsi, magari pure di laurearsi, cercando di accrescere la propria cultura e preparazione. Cantare, diventare cantanti, non vuol dire solo tirare fuori la voce ed averla, ci sono tante componenti che ti preparano al futuro. Devi essere intelligente, attento, colto ed, ecco, non sprovveduto. Attached Image: Fogli1.jpg
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