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Nuova intervista con i Clepsydra

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view post Posted on 24/7/2011, 10:25
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Nuova intervista con i Clepsydra

Di Andrea Turetta

Il 1 Aprile 2011 è uscito "Marmalade Sky", terzo album del trio abruzzese; a distanza di soli due anni dal pluridecorato “In other sunsets”, Fabio Di Gialluca voce\chitarra, Danilo Ricci batteria e Mattia Di Bernardo voce\basso firmano con la Go Down Records con distribuzione italiana Audioglobe le basi per un lavoro estremamente affascinante e psichedelico.Ecco l’intervista gentilmente concessa dal gruppo…

Rispetto ai vostri due precedenti album, quali le novità rilevanti in “Marmalade Sky”?
FABIO: “Marmalade Sky” rispetto agli altri lavori è un album con un forte impatto già dal primo ascolto, senza dubbio si tratta di un lavoro che scorre tranquillo, con brani molto più corti rispetto al passato, ma con un amalgama sonora maggiore rispetto agli altri due. I brani contenuti nel cd appunto, son la marmellata dei tanti brani che avevamo a disposizione da arrangiare, ed undici son finiti nel vasetto..

Con il vostro nuovo album, avete messo insieme atmosfere e sound di fine anni ’60, inizi ‘70… C’è molto da imparare dal passato?
FABIO: Per quanto riguarda il sound dei Clepsydra, il passato è fondamentale, dato che siamo legati alle origini del rock, quello sanguigno, caldo, sognante… credo che a volte cercare di inventarsi qualcosa di nuovo, talvolta mischiando generi e campionature varie vada a sfavore dell’essenza stessa del messaggio, come comprarsi una Ferrari con dentro il motore di una Fiat 500...

Nel vostro “Marmalade Sky”, c’è una collaborazione di tutto rispetto con Amaury Cambuzat… Quanto è stata utile per il risultato finale dell’album?
DANILO: Sì, con Amaury si è creato subito un feeling molto forte, fin da quando ci siamo conosciuti di persona ad un suo concerto con gli Ulan Bator a Roma, gli abbiamo fatto avere il provino dell’album, ed è subito rimasto entusiasta fin dal primo ascolto, possiamo tranquillamente dire che senza di lui il risultato finale non sarebbe stato lo stesso, è stato fondamentale… infatti non si è limitato solo a impostare il lavoro da dietro, in qualità di coproduttore insieme a Fabio, ma è stato parte integrante di tutto il lavoro svolto, ha suonato con noi chitarra, effetti, voci, sinth, si è integrato alla perfezione capendo fin dalle prime battute quello che volevamo tirare fuori, insomma, è stato un quarto Clepsydra.

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Con quale criterio avete scelto le canzoni da inserire nel disco?
FABIO: Le canzoni sono state scelte, come dicevamo, facendo una scrematura di tutti i brani che avevamo nel cassetto, avevamo più di 20 brani, ma abbiamo voluto mettere su disco la metà, non volevamo riempitivi quindi brani con una struttura simile, o magari con un background minore rispetto ad altri sono stati scartati dal progetto

Ci sono state quindi delle canzoni rimaste nel cassetto?
DANILO: Sì certo, più di 10 brani sono stati tagliati fuori da questo lavoro, ma non è detto che in un futuro prossimo non finiscano su un altro disco di B side

Quando scrivete le vostre canzoni vi piace prender ispirazione anche dal cinema, dalla letteratura e dall’arte in genere?
FABIO: Certo, tutto è arte,e non c’è niente di più bello nel fare una colonna sonora a “Ventimila leghe sotto i mari” di Jules Verne con “Nautilus”, o con “Goodbye little prince” rendendo omaggio al “Piccolo principe” di Antoine Sant-Exupèry, autori a me cari da sempre.

Qual è il vostro rapporto con la tecnologia applicata alla musica?
FABIO: Per il momento siamo rimasti molto affini al sound che prende atto dalle radici della musica quindi parliamo di suoni abbastanza primordiali come potrebbe essere la pelle di un tamburo e il suono di un amplificatore valvolare, per quanto riguarda la tecnologia è una cosa stupenda, che permette a tanti di vivere meglio, anche la musica, peccato che a volte sia dannosa, altre devastante dato che ormai è facilissimo scaricare di tutto da internet, brani, film, fonti, a scapito di chi scrive musica, dirige film, o scrive libri, prima o poi rimarranno solo i pesci grossi, mentre quelli piccoli moriranno e finirà la libertà di scegliere.

Da anni si parla di crisi nel settore discografico… Quali pensiate siano le armi più efficaci per riuscire a superare questo momento di incertezza?
DANILO: Educare la gente ad altri artisti e ad altri generi musicali, dato che le major, le tv, le radio passano durante tutta la giornata chi è o chi deve andare in classifica... dando la possibilità alle persone di poter scegliere come dicevo poco fa, come succedeva in passato, i prezzi dei biglietti, i prezzi dei cd, e tutto ciò che oggi riguarda l’ambiente musicale non avranno più i costi esorbitanti che ci sono adesso. Nonostante ciò sono convinto che chi ascolta Madonna o Luciano Ligabue non possa non apprezzare anche un album degli Ulan Bator o delle Orme.

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Nelle vostre canzoni, nasce prima la musica o il testo?
FABIO: Nascono in maniera separata, non necessariamente nello stesso momento o nello stesso periodo, poi c’è sempre una melodia che abbraccia quel testo ed all’inverso.

Ci sono delle regole di base per creare una buona canzone?
FABIO: Mah, si crea quello che si è, si crea quello che si sente, poi sta all’ascoltatore ritrovarcisi, tra i miei brani preferiti di noti ce ne son pochi, perché l’emozione che può dare un brano è esclusivamente personale.

Vi piacerebbe scrivere canzoni per altri artisti?
DANILO: Perché no?!? Sarebbe bello scrivere un brano per le caratteristiche timbriche e vocali di un altro artista, è un modo di pensare molto aperto il fatto che magari solo quell’artista con quel pezzo possa dare la giusta interpretazione a quello che hai scritto, magari a volte anche meglio di te.

Siete un gruppo che scrive parecchie canzoni o escono fuori con una certa difficoltà?
FABIO: Fortunatamente escono fuori facilmente, anche nei momenti più impensati, in macchina, in spiaggia, la sera al bar… ecco perché andiamo sempre in giro con piccoli registratori portatili e taccuino, ad esempio, “Goodbye Little Prince” è nata in macchina con una chitarra acustica mentre stavamo andando a cena.

Per chiudere, quanto è utile l’esperienza che si acquisisce strada facendo?
FABIO: Fondamentale. Arrivi al punto che tanti errori non li commetti più, anche se sono convinto che non si finisce mai di sbagliare come non si finisce mai di imparare, dato che solo l’errore, può portarti ad un nuovo cambiamento, sia artistico che personale.

Siti dl gruppo:

www.clepsydraband.it
www.myspace.com\clepsydraband

www.godownrecords.com

 
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