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Intervista a SANDRO GIACOBBE, IL CUI “GIARDINO”, CON SAGGEZZA, NON E’ PIU’ “PROIBITO”…

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view post Posted on 25/7/2011, 09:31
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Intervista a SANDRO GIACOBBE

IL CUI “GIARDINO”, CON SAGGEZZA, NON E’ PIU’ “PROIBITO”…

Di Luca e Andrea Turetta

In occasione della tappa vicentina di “Festival Show” 2011, s’è avuto modo d’avvicinare un artista che, negli anni ’70 (ma non solamente quelli) ha saputo lasciare il segno della canzone pop-melodica italiana, non solo in Italia ma, parimenti, all’estero. Costui si fregia, tra gli altri, di un prestigioso trionfo al Festival di “Sanremo”, con i pezzo “Gli occhi di tua madre” (nel 1976) nonché alla “Gondola D’Oro” sempre di quell’anno. Dopo il “Festivalbar” (ed oggi il “Festival Show”) egli ha avuto modo d’esportare con successo, soprattutto in Sud America, i suoi pezzi intramontabili, come “Signora mia”, Per tre minuti e poi…”, “Io prigioniero”, solo per citarne alcuni. Stiamo parlando del grande Sandro Giacobbe il quale, nell’intervista che segue, sviluppa, per quanto possibile, il suo passato, presente e futuro, sia a livello professionale che (ed è forse quello a cui più tiene) personale. Ricordiamo infatti che Sandro, con grande sensibilità, guarda con occhio sempre attento al “sociale”, ad esempio egli è stato co-fondatore e giocatore (da qualche anno è pure allenatore) della Nazionale Cantanti, formazione che dalla sua nascita opera nell’ambito dell’altruismo solidale. Ebbene, Giacobbe è una persona che dimostra molta pacatezza e saggezza, al di là dell’ovvio trascorre dei giorni, doti che gli consentono di mantenere sempre in vita quel “Giardino proibito” che ormai non ha più divieti né censure, soprattutto a partire dal cuore. Quel cuore di cui Sandro sa disporre in ogni momento della sua esistenza. Artistica e professionale, sia proponendo una sua canzone che emozionandosi davanti agli occhi di un bambino. O di una madre…

A 16 anni trascura gli studi e forma un gruppo con cui s’esibisce in Liguria. Debutta nel ’71 con “Per tre minuti e poi…” ma è con “Signora mia” (al Festivalbar ‘74), “Gli occhi di tua madre” (Sanremo ’76) e “Io prigioniero” (che vince la “Gondola D’Oro” di Venezia nel ‘76) che spicca il volo…
Beh, più o meno con questa partenza introduttiva, ha dato subito un identikit preciso di quello che sono stati i miei anni iniziali nella musica italiana. S’è dimenticato però “Il giardino proibito” del 1975 che, oltre al grande successo che ho avuto (dopo “Signora mia”) è la canzone che mi ha consentito poi di avere grande riscontro in Spagna ed in Sud America e per quello la ricordo. Perché non molti artisti hanno successo anche in questi Paesi ed io invece, fortunatamente, grazie proprio a questa canzone, ci sono riuscito.

A chi o a che cosa deve precisamente, la sua passione artistica?
Mah, credo proprio a nessuno. Cioè la passione è una cosa naturale che hai dentro e che ti spinge (anche al di là delle delusioni e dell’impatto negativo che magari puoi avere quando cominci) ad andare avanti ed a continuare, magari nonostante i momenti che possono anche incontrare delle difficoltà. Quindi diciamo la grande caparbietà e passione, sono state sicuramente le doti importanti che mi hanno consentito poi di continuare.

Dovesse tracciare fissandole, delle tappe, che abbiano contrassegnato il suo quarantennale percorso artistico, quali sarebbero?
Indubbiamente “Signora mia”, che è stato l’esordio e, quindi, il successo importante con un milione di dischi (singoli) venduti; allora infatti si vendevano i 45 giri. Poi il primo “Festival di Sanremo” perché, indubbiamente, anche quella è stata una tappa importante, contrassegnata poi da un Tour in America, con la conseguente possibilità di andare all’estero. E poi, un’altra tappa importante, sicuramente, è stata “Sarà la nostalgia” nel 1982, una canzone che ha avuto un grandissimo successo e che ha segnato nuovamente un momento di grande successo in questi 35-36 anni; eppoi via-via, tutte le cose che sono state, forse, meno importanti da un punto di vista di vendita discografica, ma che comunque, hanno contrassegnato una crescita artistica continua. Non a caso, ancora oggi compongo e scrivo; ultimamente infatti sono uscito con un nuovo singolo che si chiama “Sei musica”, presentato anche questo con un video molto bello. Quindi diciamo che le tappe importanti sono proprio perché ti caricano e ti consentono di proseguire.

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Una decina d’album all’attivo, molti più singoli, alcuni di successo. Quale il lavoro o il pezzo che meglio “la veste”?
Mah direi… Direi sicuramente “Il giardino proibito”. Quella è una canzone che è rimasta nel mio cuore.

Oltre che in Italia, riscuote grandi consensi all’estero. Quali emozioni e che differenze ha trovato tra il pubblico ital-europeo e quello sud americano, ad esempio?
Mah, il discorso italo-europeo, più o meno è similare, in quanto la Spagna e l’Italia, sono molto simili come mentalità. Il discorso all’estero, che riguarda invece al di là dell’Europa, l’America, il Sud America eccetera, lì c’è stata una crescita continua, dettata dalle tante tournée che ho fatto e dalla volontà di continuare a farle. Però alla fine, l’amore vince sempre quindi, il sentimentalismo è ovunque.

A livello musicale, dall’alto della sua esperienza, che “radiografia” farebbe sullo stato canoro, sia nazionale che internazionale?
E’ un momento dove, purtroppo, la musica subisce quello che è la vita frenetica che viviamo quotidianamente. Non si ha forse il tempo di fissare bene le nostre immagini e le nostre canzoni. Quindi si brucia troppo in fretta tutto quanto.

Artisti di riferimento…
Lucio Battisti sicuramente e, prima ancora di lui, i Beatles.

Quale il brano che fa da colonna sonora alla sua vita?
“Il cielo in una stanza”.

Ha avuto modo di partecipare alla kermesse sanremese (con successo nel ’76). Non crede che, negli anni, la “vetrina” stia privilegiando il format televisivo, relegando la sua essenza canora nel retrobottega?
Eh, vede, ha detto proprio giusto, perché insomma… cinque sere con quattro ore a serata, sono tante, per presentare quindici-venti canzoni che poi dopo, magari sono anche relegate all’ascolto verso (ed oltre, ndr) la mezzanotte. Quindi si privilegia, sicuramente, molto di più, lo spettacolo in sé che non la musica.

Cosa ne pensa dei “Talent-show”? Davvero sono trampolino di lancio per un giovane artista? Eppoi, giusto che il palcoscenico successivo sia da subito quello “Sanremo”?
Mah, tutto sommato, se serve a valutare artisti importanti, sì. Credo che la “carneficina” fatta dei tantissimi nomi che hanno partecipato in questi anni a questi format, con soltanto quattro o cinque che poi si ricordano, sia un prezzo un po’ alto (da pagare, ndr)… Perché poi ci sono tanti ragazzi che magari ne subiscono conseguenze per tutta la vita con delle frustrazioni non indifferenti.

“Una musica può fare…”. Che cosa?
Una musica può anche fare del bene sotto il profilo terapeutico. Io sono sempre vicino a questo tipo di persone e, quindi, anche quello è un discorso da fare.

E’ socio-fondatore, prima giocatore poi allenatore della Nazionale Cantanti, giunta quest’anno al trentennale. Una piacevole solidarietà che le lascia che cosa? C’è poi un aneddoto legato al percorso specifico, che le va di raccontare?
Sì, io sono socio fondatore, con questo sono trent’anni che ne faccio parte e come diceva lei, prima come calciatore, poi, da dieci anni, nella veste d’allenatore. E’ un piacere ed un onore stare in mezzo a tanti artisti che ne hanno fatto (e continuano a farne) parte ancora adesso. Tanti giovani, che arrivano… Quindi, incontrare anche psicologie diverse di tanti artisti che entrano ed escono, dalla Nazionale Cantanti, è un arricchimento anche mio, proprio “sociale”. La cosa più bella che ho di tutta questa storia, sono i 65 milioni di Euro che abbiamo raccolto in questi trent’anni di solidarietà ma, soprattutto, i milioni e milioni di persone che ho conosciuto e tra questi milioni, qualche persona che, magari, ho avuto la fortuna d’incontrare che si sono sentiti beneficiati di quello che abbiamo fatto. Ed anche quello è un arricchimento bellissimo.

A proposito de “Le donne” (suo pezzo del ’93), si sa che ha sempre avuto una bell’ascendente sull’altra metà del cielo. Si sa poco invece del suo privato, della sua famiglia. Se volesse ragguagliarci in proposito…
Sorriso di Sandro, che poi replica prontamente (ndr): “La mia vita privata ha subìto sicuramente alti e bassi e mutamenti, un po’come tutte le persone comuni. Sono stato sposato per parecchi anni, fino a che ho avuto (ed ho) due figli, Alessandro ed Andrea che, ad un certo punto sono cresciuti e diventati grandi; dopodiché ho capito che potevano anche stare, comunque vicino a me, ma potevano anche poi fare una vita diversa, visto che l’amore e l’unione con la mia ex moglie era terminato. Cosicché appunto, sono dieci anni invece che sono separato e tra una situazione affettiva e l’altra, finalmente, un anno e mezzo fa, ho incontrato una persona della quale sono molto innamorato e lei lo è altrettanto di me; si chiama Marina Peroni ed è anche la mia compagna attualmente in musica, perché lei canta e scrive anche i testi, ed infatti ha scritto con me anche il testo dell’ultima canzone che ho fatto”.

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Passioni particolari?
Le passioni particolari… Abbiamo detto sicuramente il calcio, dopodichè, attraverso d’esso, riesco a dare un valore emotivo e solidale alla mia passione. Dopodichè c’è un’altra passione, che è quella per il Genoa, ma lì, ahimé, sono stati più i tempi sofferti che quelli felici.

L’amore è: “Una cosa meravigliosa”, “Eterno finché dura”, “Il sentimento che fa girare il mondo”, “Le palle”, “Un’utopia”, “Un’ipotesi”, “Un peso” o che altro?
L’amore fa girare il mondo, io credo che l’Universo uomo è attaccato alla parola amore; poi certo, l’amore ha un significato non sempre inteso come relazione, ma proprio come unione tra i popoli. Quindi credo che tale sentimento faccia girare veramente il mondo.

Con “calciopoli, scommessopoli, vallettopoli, ricattopoli” davvero va tutto a “puttanopoli”, con sacrifici, lealtà, umiltà, meritocrazia, spirito decoubertiano al seguito?
Eh… Siamo un pochino stufopoli di tutto questo “opoli” e quindi, insomma, speriamo che veramente le cose possano anche cambiare. Perché gli esempi che anche i ragazzi, i giovani, purtroppo hanno, non sono esempi positivi e, quindi, proprio per loro bisognerebbe cercare di dare una sterzata e capire che le cose possono anche essere diverse.

Unioni di fatto, adozioni da parte di coppie relative, gay comprese, genitorialità in età piuttosto avanzata. Dipendesse da lei…
Eh dipendesse da me, forse qualche errore anche qua c’è. Perché tante cose vanno bene, altre no, poi è tutto legato anche un po’ soggettivamente a quello che è il modo di vedere e di pensare. Io sono, diciamo, per la tradizione, se non altro intesa come coppia; però come si dice, se uno è felice e la felicità sua è quella che si trova vicino, ben venga! L’importante è che stia bene e sia felice.

Sottolineerei invece il discorso legato alla genitorialità avanzata…
No, ecco, questa è una cosa che mi lascia un po’ perplesso, ma soprattutto perché io ho avuto la fortuna (e voluta come situazione) di avere due figli che ero giovane. In quanto penso che proprio il rapporto tra genitore e figlio è tale, quando riesci a stare vicino a loro, a divertirti, a trovare degli interessi comuni; ed in tal senso, la vita mi ha dato anche ragione, perché mio figlio Alessandro ha 30 anni, l’altro (Andrea) ne ha 26, ed io sono con loro un ragazzo che gioca e si diverte. Avessi avuto i figli che già magari avevo io 50 anni, forse non avrei poi avuto la possibilità di commentare tutto questo.

L’inizio Millennio s’è aperto all’insegna di drammi e terrori globalizzati, la società (i giovani in primis) appare confusa ed infelice, spesso forse malata. Come se ne esce?
Eh, se ne esce come dicevo prima… Forse facendo tutti un passo indietro. Ma tutto questo passo indietro dovrebbe venire da chi sta sopra di noi, da chi ci gestisce e ci governa. Alle volte invece siamo un po’ frastornati dal vedere che proprio le persone che dovrebbero dare un esempio, sono quelle che esempi, purtroppo, non ne danno.

Cosa ne pensa dello scambio di ruoli tra comici e politici, in una sorta di teatrino, con relativo capovolgimento di competenze?
Anche questo… E’ un po’ il mondo che gira al rovescio. Per cui la satira andrebbe fatta da chi sa farla e quindi, magari, ci divertiremmo sapendo che è satira. Se invece diventa un burlesque, è diverso.

A livello di Fede, chi è il suo Dio? Come, dove, in chi Lo riconosce?
In tutto quello che vivo tutti i giorni e soprattutto, ringraziandoLo di tutto quello che mi fa vivere. Perché io “vivo” la mia giornata, da quando mi sveglio a quando vado a dormire. Sono ancora innamorato ed affascinato da tutto quello che vedo, da un tramonto agli occhi, magari anche lucidi, di chi si emoziona magari pure per una cosa da niente.

Meglio un giorno da leone od una vita da mediano se non da… pecora?
Ma come si fa a dire? Cioè, io credo che veramente ogni persona viva in base a quello che si sente dentro di fare. Poi, per quanto riguarda me, io non sono mai stato capace di vivere, lasciandomi cadere la vita addosso. Io vado incontro alla vita, con quello che mi offre. Alle volte sono cose favolose, altre un po’ meno, però è pur sempre un modo di affrontare la vita. Ed io l’affronto.

Non avesse fatto parte dello star-system e potesse rinascere, chi o che cosa vorrebbe essere?
Ma sicuramente potevo fare qualsiasi cosa che, comunque, avesse a che fare con qualcosa di artistico. Perché ho sempre avuto la voglia di (e questo può pure dipendere dal fatto d’essere estroverso) manifestare quel qualcosa che mi porto dietro da sempre. Per cui, sicuramente, sempre qualunque cosa che avesse a che fare con l’artistico.

Un consiglio agli “ultimi” di questo mondo, per sopportare meglio, se possibile, questa esistenza, spesso avara, se non peggio, incomprensibile…
Come si fa a dare un consiglio? Io posso soltanto dare il consiglio a chi ha voglia di portare avanti la propria esistenza nel migliore dei modi. Quindi lo so, non è facile… Alle volte bisogna lottare, però mai perdere di vista l’obiettivo di lottare, al fine di ottenere qualcosa che ci gratifichi e ci faccia portare avanti quello che viene poi racchiuso in una parola che ci aiuta a vivere: la speranza!

Un consiglio invece a chi volesse percorrere la carriera di cantante o musicista…
Lascia perdere! – sintetizza Sandro con un sorriso divertito, poi specifica (ndr) – No, scherzo! Lascia perdere, no! Perché è molto difficile e sempre di più difficile… Ci sono sempre più ostacoli anche in questa professione, però voglio dire, il fatto di provarci, di esserci e di manifestare la propria voglia di essere artisti, è comunque una cosa da fare.

C’è un nuovo Sandro Giacobbe in circolazione?
Penso di si, perché io ho sempre cantato canzoni melodiche, canzoni che comunque sono ‘pop’ ma di un “pop”, di una melodia italiana che non è mai stata abbandonata. Perché se vediamo anche Tiziano Ferro (seppur con arrangiamenti magari molto più moderni, perché legati ad una tecnologia musicale diversa) le sue stesse melodie, alla fine, sono quelle tradizionali, quindi…

Da prossimo sessantenne (lo sarà il prossimo 14 dicembre, ndr), assieme ai programmi, provi a stilare un breve bilancio della sua crescita umano-artistica dopodichè, trovi se il caso, cosa le mancherebbe per sentirti pienamente realizzato, sotto entrambi gli aspetti…
Mah, sotto il profilo umano, credo di avere ancora tanto da fare, perché non si smette mai di crescere e, se hai voglia di farlo, di dare sempre qualcosa di più, a te stesso come crescita ed agli altri, per quello che hai imparato e che sei in grado di donare. Per quanto riguarda la mia crescita artistica, forse avrei potuto ottenere di più ma se torno indietro e mi rifaccio alla domanda che mi sono fatto quarant’anni fa: “Speriamo di farcela, speriamo di avere un successo”, mi guardo attorno e devo dire che di successo ne ho avuto tanto, tanto che ancora, a distanza di quarant’anni, sono qui a raccontare le cose che faccio; credo che questo mi possa bastare assolutamente. Poi come si dice, mai dire mai e mai dire basta alla Divina provvidenza. Però, siamo qua.

In chiusura, si spengono le luci, s’abbassa il sipario, il pubblico sfolla; cosa resterà di Sandro Giacobbe?
Ma io spero quello che sono riuscito a trasmettere, soprattutto sotto il profilo umano, che è la cosa che m’interessa di più. Le canzoni, sicuramente seguono le mode ma credo che se ho lasciato un segno positivo nelle persone che m’hanno conosciuto negli anni, ed ancora spero mi conosceranno in futuro, quella è la cosa più bella.

Sito Ufficiale:
www.sandrogiacobbe.it

Si ringrazia per la cortese collaborazione tutto lo Staff del Festival Show. Per ulteriori aggiornamenti sul cast delle varie serate, fare riferimento al sito ufficiale della manifestazione canora: www.festivalshow.it

 
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