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Intervista con The Somnambulist

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view post Posted on 26/1/2011, 12:19
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Intervista con The Somnambulist

Di Andrea Turetta

“Moda Borderline” è l’album di debutto su Acid Cobra Records di The Somnambulist, concepito intorno alla produzione realizzata per l attività live del progetto Hotel Ambiente fra il 2007 e il 2008 in Europa, e sviluppate attraverso performance elettro-acustiche e di improvvisazione radicale. The Somnambulist è un trio con sede a Berlino. All’intervista hanno risposto Rafael Bord e Marcello S. Busato…

C’è qualche episodio curioso legato alla creazione del vostro album “Moda Borderline”?
Rafael: Di episodi curiosi non me ne vengono in mente ma ti parlo volentieri del luogo dove abbiamo registrato, l’Antje Øklesund, cento anni di storia tra quattro mura scrostate. Inizialmente era una manifattura di proprietà di un ebreo, successivamente sgomberata dai nazisti; poi è diventata una fabbrica di scarpe durante la DDR ed infine spazio artistico al giorno d’oggi.

Quanto contano la tradizione e quanto la sperimentazione, nelle vostre composizioni?
Rafael: La tradizione è una base di lavoro importante dalla quale partire. Marco compone spesso utilizzando solo voce e chitarra come nella classica tradizione rock, anche se le strutture sono spesso abbastanza complesse. La sperimentazione serve successivamente a trasformare questa base in oggetto vivente, originale, a volte perfino nuovo.

Trovate ci sia voglia di collaborare tra artisti o ciascuno tende un po’ a guardare in casa propria?
Rafael: Noi siamo aperti a tutto, ma il nostro sogno segreto è di essere chiamati a collaborare con Zucchero!
Marcello: Non conosco la situazione altrove in questo momento, ma a Berlino la voglia di sperimentare e collaborare tra artisti è molto forte. Ci è capitato molte volte di collaborare con altri musicisti provenienti da ambiti musicali molto eterogenei: uno dei risultati è un album live realizzato con svariati ospiti che pubblicheremo presto.

Oggi si fa musica più per passione che per un discorso economico… dovrebbe essere un bene per la qualità delle canzoni?
Rafael: Quasi tutti fanno musica per passione, anche gli artisti di grandissimo successo e che vendono milioni di dischi. Forse anche lo stesso Zucchero... Il problema è che la macchina economica musicale - TV, grandi siti internet, radio - dà spazio principalmente a dei prodotti creati per chi se ne sbatte della musica, per quelli per cui è solo un passatempo, un prodotto di consumo o al massimo un marchio di appartenenza a un gruppo o classe sociale. Il problema non è creato né gestito dagli artisti, è l’industria che corrompe e il pubblico che si fa corrompere. Quando suoniamo gratuitamente davanti a quindici persone e in una sala vicino vi è una cover band dei Led Zeppelin che fa il pienone con biglietti a venti euro, ci viene voglia di strapparci i capelli. Mentre proprio i veri Led Zeppelin erano i primi a scrivere musica per passione.

Attached Image: The Somnambulist1.jpg

The Somnambulist1.jpg

 
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view post Posted on 26/1/2011, 12:22
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Quando è pronto un nuovo disco, sentite una certa responsabilità o in qualche modo vi preoccupate per come verrà accolto da critica e pubblico?
Marcello: Entriamo in studio a fine febbraio per registrare il nuovo album! Poi tra una cosa e un’altra - mix, mastering, grafica etc. – pensiamo e speriamo di poterlo pubblicare entro la fine dell’estate. Quindi tra il live e l’album nuovo ci saranno quest’anno ben due prodotti targati The Somnambulist nuovi di zecca. Noi siamo contenti delle nuove canzoni e molto concentrati per le prossime registrazioni, e per ora queste sono le nostre uniche preoccupazioni. Ovviamente speriamo di ricevere una buona risposta al nostro prossimo lavoro, ma non la viviamo come un peso: i pezzi sono stati scritti senza nessuna pressione psicologica di piacere a tutti i costi.

Ci vogliono tante stesure prima che una canzone vi convinca appieno?
Marcello: Spesso più che molte stesure, i nostri pezzi richiedono un buon tempo di rodaggio. Non riscriviamo o stravolgiamo in continuazione un pezzo, ma facciamo piccoli cambiamenti e dopo un certo periodo di prove lo integriamo o passiamo a una nuova idea, così come per le differenti sezioni di un pezzo.

C’è qualche artista con il quale vi piacerebbe collaborare prima o poi?
Marcello: Non saprei dirti un’artista in particolare, siamo tre persone totalmente aperte musicalmente e pronti alle collaborazioni più varie e strane .

Nel mondo odierno conta sempre più l’immagine. E’ importante per chi si occupa di musica?
Rafael: Come dicevo precedentemente, molte persone hanno bisogno di un’immagine di riferimento per poter apprezzare la musica, dal taglio di capelli alla qualità della stampa della copertina del disco o del cd. Anche nel movimento underground sono questi dettagli che inseriscono un gruppo in un contesto quasi più importante della musica che esce dagli amplificatori. E’ sicuro che se badassimo di più al look e mirassimo a un’audience ben definita, avremmo più successo. Il problema è che non ne siamo capaci, anzi, ci disgusta profondamente. Non è una presa di posizione. E’ così e basta.

Quali sono i problemi più difficili da risolvere, quando si lavora ad un disco?
Rafael: Essere capaci di non accontentarsi e aspettare la naturale evoluzione di un pezzo. Spesso c’è il rischio di registrare idee che col tempo avrebbero potuto essere meglio sviluppate!

Nel mondo della musica, è sempre più difficile dire qualcosa di nuovo?
Rafael: Si. Anche Mozart aveva certamente lo stesso problema, nonostante siano esistiti in seguito pure gli Atari Teenage Riot.

Poesia e musica: quali i punti in comune?
Rafael: “L'amour!”, sospirerebbe un romantico. Più seriamente, la facoltà di potersi esprimere sinceramente e profondamente è quella che meglio riesce a toccare gli altri; speriamo, cioè, che un’ascoltatore possa emozionarsi ascoltandoci, pure se un’emozione diversa da quella sentita da noi.

Il momento live è, per molti, un momento di divertimento puro ed improvvisazione. Vale anche per voi?
Marcello: Sì, certo. I nostri pezzi hanno spesso delle isole di improvvisazione che sfruttiamo soprattutto nei live. Non di rado alcuni pezzi dal vivo si allungano del doppio o più.

L’uso della tecnologia nella creazione di nuove canzoni, può essere positivo o tende ad appiattire il tutto?
Marcello: Come abbiamo letto nei libri e visto nei film di fantascienza c’è una tecnologia buona e una cattiva, o forse persone che sanno gestirla e dosarla e persone che invece non ne sono in grado. Noi siamo abbastanza attratti dalla tecnologia anche se in questo momento, per economia compositiva, rimaniamo un gruppo rock “classico”. Abbiamo già fatto alcuni esperimenti e credo proprio che un giorno non lontano ci metteremo a lavorarci più intensamente in una direzione per così dire più tecnologica.
Rafael: Per farlo dovremmo economizzare un pò di soldi e passare molto tempo sulle macchine.

Siti del gruppo:

www.hotelambiente.org
www.myspace.com/the-somnambulist

www.acidcobra.com

Attached Image: The Somnambulist2.jpg

The Somnambulist2.jpg

 
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