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Per festeggiare l'anno del 75esimo compleanno di Elvis, ecco Viva Elvis

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view post Posted on 8/11/2010, 18:49
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Per festeggiare l’anno del 75esimo compleanno di Elvis verrà pubblicato il 9 novembre 2010 un progetto da studio assolutamente unico "Viva ELVIS"

Nell’anniversario del 75esimo compleanno di Elvis Presley e per rendere omaggio alla sua musica, il 9 novembre verrà pubblicato l’album “Viva ELVIS”. Un’occasione per ascoltare la voce del Re in un contesto tutto nuovo. L’album include canzoni che risalgono alla sua ascesa negli anni Cinquanta, le sue colonne sonore per il cinema, il suo trionfale ritorno al palcoscenico del ’68, e le sue rivoluzionarie apparizioni a Las Vegas.

Questo capolavoro postmoderno realizzato in studio invoca lo spirito e l’essenza di Elvis da una prospettiva contemporanea, e nello stesso tempo porta avanti gli impulsi rivoluzionari del sound di Elvis. “Viva ELVIS” reinventa le esibizioni vocali proprie del Re collocandole in una vasta gamma di ambientazioni musicali. Questo nuovo sound riecheggia la versatilità propria di Elvis e la sua abilità nel padroneggiare tutti i generi musicali, dal Delta blues al rockabilly, dal soul puro al gospel, dal Southern folk al Vegas pop, incorporando elementi di garage rock, punk, urban e hip-hop.

Questi i brani inseriti nel cd:

1. Opening (mixed by Robert Meunier & Erich van Tourneau)
2. Blue Suede Shoes (mixed by Serban Ghenea)
3. That's Alright (mixed by Brendan O'Brien)
4. Heartbreak Hotel (mixed by Brendan O'Brien)
5. Love Me Tender (mixed by Robert Meunier & Erich van Tourneau)
6. King Creole (mixed by Robert Meunier & Erich van Tourneau)
7. Bossa Nova (mixed by Serban Ghenea)
8. Burning Love (mixed by Serban Ghenea)
9. Memories (mixed by Robert Meunier & Erich van Tourneau)
10. Can't Help Falling In Love (mixed by Serban Ghenea)
11. You'll Never Walk Alone (Piano Interlude) (mixed by Robert Meunier & Erich van Tourneau)
12. Suspicious Minds (mixed by Brendan O'Brien)

1. Opening
Elvis è stato parecchio in tour durante gli ultimi anni della sua carriera. Dal luglio 1971 fino al suo concerto finale sei anni più tardi, il primo suono che il pubblico ascoltava prima di ogni esibizione era “Also Sprach Zarathustra”, il grandioso poema sinfonico della fine del diciannovesimo secolo composto da Richard Strauss. Questo lavoro iconico aveva generato una certa risonanza alla sua apparizione nel mitico film di Stanley Kubrick del 1968, 2001 Odissea nello spazio. Era il suono inequivocabile di una grande entrata, e quindi è un modo assolutamente adatto di aprire Viva Elvis, mescolando in maniera intelligente il pezzo classico all’accompagnamento che la band di Elvis eseguiva sempre quando lui stava per arrivare sul palco per esibirsi. Frammenti di varie registrazioni di Elvis con i fan che esultano, assieme a brevi interventi di Ed Sullivan e del famoso DJ di Memphis Dewey Phillips, si fondono con nuovi effetti vocali e colpi di tamburo incalzanti, costruendo l’attesa fino ad arrivare al climax, che non può che essere punteggiato dal suono accelerato delle chitarre e dalla voce sferzante di Elvis, che arrivano subito dopo.

2. Blue Suede Shoes
Più di ogni altra cosa, Elvis era un interprete di canzoni, sia che il pezzo fosse stato scritto apposta per lui, sia che si trattasse della canzone di un altro artista sulla quale sentiva di poter imprimere un proprio sigillo. Un pezzo appartenente a quest’ultima categoria era l’inno rockabilly di Carl Perkins “Blue Suede Shoes”, che aveva da poco fatto la sua comparsa in radio quando Elvis lo ha registrato. Carl ed Elvis erano stati compagni di etichetta alla Sun Records, e ci fu un accordo per cui Elvis non avrebbe rubato la scena a Carl facendo uscire la sua versione come singolo. Elvis e la sua band hanno fatto una versione molto più dura della canzone, in uno stile che presto sarebbe stato denominato rock ‘n’ roll. Viva Elvis aggiunge percussioni martellanti, un'armonica blues-rock ed effetti sonori presi in prestito dall’elettronica per generare un nuovo inno rock assolutamente ballabile.

3. That’s All Right
La versione di “That’s All Right” contenuta in Viva Elvis comincia con i toni ingannevolmente delicati del piano e delle percussioni, e l’introduzione di Elvis eseguita dal presentatore di Louisiana Hayride, Frank Page, in occasione della sua prima esibizione (datata 16 ottobre 1954) nel leggendario programma radiofonico. Il disco di debutto di Elvis era un magico adattamento del pezzo blues di Arthur Crudup, che regalava alla canzone una presenza melodica e radiofonica completamente nuova. La performance in Viva Elvis sfuma con un montaggio di classici momenti degli inizi di Elvis: il produttore Sam Phillips entusiasta dopo una prima registrazione di “Blue Moon Of Kentucky”, e Elvis che canta versi di “When It Rains It Really Pours” e “There’s No Place Like Home” dal famoso Million Dollar Quartet. Questa versione reimmagina la canzone come rock moderno, prendendo a prestito un beat garage rock familiare alla musica indie del ventunesimo secolo, che ha le sue radici nelle canzoni rock e blues degli anni Cinquanta e che è stato ampiamente usato negli anni Sessanta in alcuni successi della frangia più dura della Motown e del Northern Soul, e negli anni Settanta nel punk rock di Iggy Pop.

4. Heartbreak Hotel
RCA aveva temuto per tutto il tempo che “Heartbreak Hotel”, singolo di debutto alla nuova etichetta nonché primo successo di Elvis a raggiungere la prima posizione in classifica, fosse un grave errore. La tetra storia, basata su un biglietto suicida trovato nella tasca di un uomo morto, sembrava davvero lontana sia dal successo che dalla musica rauca che Elvis aveva fatto a Memphis con la Sun Records. Nel suo profondo si tratta di una canzone blues, e in Viva Elvis l’arrangiamento comincia con una miscela distorta della voce di Elvis presa da un’esibizione live degli inizi e una chitarra stile Delta blues, che enfatizza la struttura evocativa della canzone. Con strizzate d’occhio alla versione della canzone che Elvis fece nel suo ’68 Comeback Special e alla più tarda “Polk Salad Annie”, fiati trascinanti e un campionamento di suoni gospel del Golden Gate Quartet, è un viaggio travolgente attraverso contrasti sonori che ricorda lo spirito di band come Nirvana, Pixies e White Stripes.

5. Love Me Tender
Il debutto cinematografico di Elvis doveva essere un ruolo rigorosamente drammatico, senza canto – almeno finché i dirigenti dello studio cinematografico non si resero conto del valore commerciale che una performance di Elvis avrebbe aggiunto al loro film. E così il film Western che in fase di lavorazione si intitolava The Reno Brothers è stato ribattezzato Love Me Tender, dopo un nuovo adattamento di Elvis della canzone dell’epoca della Guerra Civile “Aura Lee”. La RCA ha ricevuto ordini anticipati per più di un milione di copie del singolo e “Love Me Tender” resta una delle canzoni d’amore più amate nel mondo, più di 50 anni dopo che è stata incisa e oltre 150 anni dopo che la melodia è stata scritta. Per Viva Elvis, la canzone è stata ricostruita con un suono che è allo stesso modo senza tempo, sviluppato su un arrangiamento che ricorda l’acclamato album di Alison Krauss e Robert Plant Raising Sand, con la bella voce duettante di Dea Norberg e strumenti ad arco.

6. King Creole
Introdotta dal commento fuori campo per il trailer originale del film, seguita da una voce maschile che canta la canzone “Turtles, Berries, Gumbo,” la scena si svolge a New Orleans, la città in cui è stato girato il film di Elvis più applaudito dalla critica. “King Creole” è stato scritto e coprodotto dalla brillante squadra composta da Jerry Leiber e Mike Stoller. La versione di Viva Elvis prende in prestito più dai ritmi di una delle sessioni in seguito scartate, e lo stile di questa nuova versione si eleva in contrasto drammatico con l’originale. Battiti sincopati e vocalizzi con echi ragga, accanto a delicati elementi di kitsch che sono parte integrante dell’ascoltare Elvis a Las Vegas, si combinano per generare un pezzo che suona moderno sullo stile dei beniamini indie Santogold o M.I.A.

7. Bossa Nova Baby
La maggior parte dei film di Elvis ha avuto un singolo designato. In Fun In Acapulco del 1963, questo era senza dubbio il trascinante “Bossa Nova Baby”, ancora una volta scritto dalla squadra vincente Leiber-Stoller. Presentato in Viva Elvis con l’atmosfera delle sessioni reali e con i dialoghi fra Elvis e Hal Wallis, il produttore cinematografico di Paramount, questo è un pezzo che in molti sono stati tentati di remixare nel corso dei decenni. Il testo scherzoso con versi come “sweat popping out of my head” (“il sudore che spunta dalla mia testa”) e “shirt tails flying all over the place” (“le code della camicia che volano dappertutto”) è sempre stato irresistibile, e il vivace ritornello dell'organo è semplicemente impossibile da dimenticare. Questa ricostruzione della canzone amplifica l'energia cinetica dell'originale in una traccia che non suonerebbe fuori posto in un album di Fatboy Slim.



8. Burning Love
Quando entrò nello studio di registrazione nel marzo 1972, Elvis era separato da Priscilla ed era in generale di un umore triste e riflessivo. Insisteva per incidere canzoni incentrate su perdita e rimpianto come “Always On My Mind”, che rispecchiava da vicino le sue emozioni. Felton Jarvis, uomo A&R, trovò “Burning Love”, e assieme alle persone dell’entourage di Elvis insistette finché questi non si decise a registrarla. La canzone si è trasformata in un disco che ha raggiunto i vertici delle classifiche di tutto il mondo e in un pezzo che il mondo ancora oggi riconosce come un grande classico. La versione reinventata per Viva Elvis ha subito un trattamento da anno 2010 ed è un pezzo da sparare a tutto volume, con una delle più grandi battute dei film di Elvis (da Jailhouse Rock) inclusa come aggiunta: “That’s ain’t tactics honey, that’s just the beast in me” (“Questa non è tattica, dolcezza, è solo la bestia che c’è in me”). Con un attacco di chitarra che sembra influenzato allo stesso modo da The Hives e The Who, questa nuova “Burning Love” è davvero una bestia.

9. Interlude

10. Can’t Help Falling In Love
Quando “Can’t Help Falling In Love” è stata pubblicata come lato-b di “Rock-A-Hula Baby” nel 1961, nessuno avrebbe potuto prevedere il successo che questo particolare disco avrebbe realizzato. Incluso nel più grande successo al botteghino di Elvis, Blue Hawaii, il singolo si trasformò in una hit da primo posto, e l’album della colonna sonora diventò uno dei suoi album più venduti. All’alba del ventunesimo secolo, “Can’t Help Falling In Love” era probabilmente diventata la canzone nuziale più amata in tutto il mondo occidentale. Il trattamento da duetto per Viva Elvis fornisce un elemento romantico supplementare, con Sherry St-Germain che canta la parte femminile. La canzone ha il suo punto culminante in un arrangiamento corale, con un finale tutto nuovo che gira attorno a un verso della hit di Elvis del 1956 “Love Me”. Le caratteristiche da inno e gli accordi maestosi le conferiscono un sound non dissimile a come sarebbe quello dei Verve se incidessero con un coro gospel.

11. You’ll Never Walk Alone
Dopo avere ascoltato la versione di Elvis del classico di Carousel scritto da Rodgers & Hammerstein, il produttore di Viva Elvis Erich Letourneau ha trovato l’ispirazione per creare questo interludio al pianoforte per lo show. C’erano lacrime negli occhi di molte persone quando Elvis strappò, in otto grandi riprese, ogni grammo di emozione alla canzone. Emozione che ancora traspariva decenni più tardi, quando la squadra creativa del Cirque du Soleil l’ha scoperta. Una melodia classica degna di reggere sulle proprie spalle la solennità delle emozioni in un momento chiave dello show, che conduce al suo climax esplosivo.


12. Suspicious Minds
Elvis tornò sulla scena in maniera esplosiva nel 1968. A seguito del suo ritorno televisivo, furono pubblicati nuovi dischi nati da una serie di sessioni nella sua città natale, Memphis. Il primo successo fu “In The Ghetto”, a cui presto seguì questo grande disco, una canzone che negli anni a venire si trasformò nel momento centrale delle esibizioni sul palcoscenico di Elvis. Se la definizione “senza tempo” può applicarsi alla musica, il capolavoro “Suspicious Minds” di Mark James ne è un esempio tipico, e la versione di Viva Elvis ne è ulteriore dimostrazione. L’atmosfera creata dalla produzione mette in evidenza il suono tintinnante e riecheggiante delle corde della chitarra e quello convulso della batteria. Tutto si combina per fornire un'esperienza simile a quella di uno stadio che canta all’unisono gli inni degli U2 o dei Kings Of Leon.

ELVIS PRESLEY
BIOGRAFIA


Elvis Aaron Presley, noto in tutto il mondo solamente con il suo primo nome, è riconosciuto come una delle figure più importanti della musica del ventesimo secolo e della cultura popolare. Ha modificato in maniera definitiva il panorama della musica americana con un suono e uno stile che hanno fuso le più diverse e apparentemente contrastanti influenze musicali. Durante questo processo, ha realizzato una rivoluzione musicale che ha innescato una trasformazione culturale su scala globale.

Elvis era appassionato di un vasto e vario campionario musicale. Tra le sue influenze ci sono le ballate pop e la musica country dei suoi tempi, la musica gospel, che ascoltava in chiesa e alle cantate notturne che spesso frequentava, e l’R&B nero che aveva assorbito da adolescente nella storica Beale Street di Memphis. La sua aspirazione era prendere la musica che lo interessava e renderla propria. Nessuno avrebbe potuto prevedere fino a che punto Elvis avrebbe realizzato con successo la sua ambizione, o l'impatto che avrebbe avuto sulla musica e sulla società. Ha intrecciato una varietà di influenze musicali, generando un suono e uno stile mai visti o sentiti prima. Nel processo, si è trasformato nella prima vera icona del Rock & Roll, regalando a un’intera generazione quel suono unico da chiamare proprio.

La carriera di Elvis ha attraversato flussi e riflussi, ma ci sono in particolare due periodi in cui la sua storia musicale si è delineata: il primo è datato 1955-56, quando ha raggiunto il riconoscimento nazionale e mondiale con un suono che offuscava i confini fra i generi. Il secondo risale agli anni Settanta quando, dopo due diversi ritorni, ha consolidato la sua immagine iconica attraverso lunghi tour ed esibizioni sofisticate. Oggi, a 30 anni dalla sua morte, il suo successo come artista rimane intatto e Elvis Presley resta l’indiscusso Re del Rock & Roll.

Elvis non iniziò con il Rock & Roll. Nelle sue prime registrazioni con Sam Phillips alla Sun Records nel 1954, Elvis cantò una ballata dopo l’altra. Non riuscì, tuttavia, a fare colpo su Phillips, che pensò che il talento grezzo che gli stava davanti non avrebbe potuto fare concorrenza ai raffinati Eddie Fisher, Dean Martin e Johnny Ray, i crooner definitivi di quei tempi. Per far passare il tempo tra una registrazione e l’altra, Elvis si buttò in una versione mai provata di “That’s All Right” del bluesman Arthur Crudups. Il suono, un uomo bianco che cantava musica dall’influenza nera, era esattamente quello che Phillips stava aspettando ed era ansioso di promuovere.

Il sound che Elvis generò nel 1954-55, appena prima di esplodere sulla scena l'anno successivo, era rivoluzionario. Nelle sue esibizioni iniziali, Elvis ha aggiunto l’R&B al country e viceversa, mescolando generi musicali che prima erano rimasti distinti. Seppure criticato per lo smantellamento dei generi indipendenti e rigorosamente definiti della musica country e pop di quei tempi, Elvis stava aprendo la strada alla matura introduzione di quel nuovo stile musicale che sarebbe in seguito diventato noto al mondo intero come rock & roll.

Nel 1956, Elvis era diventato una stella nazionale ed era riconosciuto come il leader del movimento rock & roll. Nel novembre del 1955 si era trasferito dalla SUN Records alla RCA, un cambiamento resosi necessario per ottenere un’esposizione nazionale. Con la pubblicazione di “Hound Dog” nel 1956, Elvis ha consolidato il rock & roll come il più nuovo sound di quell’epoca. Ma non è stato il suo unico sound durante quei primi anni alla RCA. Elvis ha continuato a incorporare nelle sue registrazioni gli stili musicali che lo ispiravano, tra cui pop, R&B e gospel. In questo modo, ha raggiunto un livello di successo mai realizzato prima da un artista. Il suo primo LP con RCA, “Elvis Presley”, è stato numero uno per dieci settimane nella classifica degli album, e l’album pop più venduto dell’epoca. Inoltre, i suoi singoli hanno occupato il primo posto nelle classifiche dei singoli per ventiquattro settimane. Nel 1956 Elvis ha avuto anche dieci singoli di molti generi musicali differenti nei primi cento posti contemporaneamente. Ma è stato il rock & roll a portargli sia successo che critiche.

Il nuovo suono del rock & roll, incarnato soprattutto da Elvis, diventò un catalizzatore di cambiamento. Una nuova icona per una nuova era, Elvis fornì alla gioventù degli anni Cinquanta - una giovane generazione irrequieta alla ricerca di un'alternativa alla musica dei propri genitori - un suono e uno stile da chiamare propri. La musica di Elvis, con il suo distacco radicale dalle ballate che dominavano i giorni precedenti al suo arrivo in scena e la sua forte presenza, regalò ai suoi giovani fan lo stile fresco che stavano cercando. Durante questo processo, i suoi critici – tra cui i suoi genitori, i media e gli altri artisti – lo definirono indecente, ribelle e pericoloso. Paradossalmente, Elvis non stava facendo musica per influenzare il cambiamento sociale o per innescare una rivoluzione musicale. Aveva solo un obiettivo per la sua musica: il divertimento.

La rivoluzione del rock & roll cominciò a placarsi nel 1958, quando Elvis fu chiamato al servizio militare. I due eventi, tuttavia, sono indipendenti, visto che la RCA pubblicò cinque singoli di successo mentre Elvis prestava servizio nell’esercito. La popolarità del rock & roll diminuiva man mano che il genere si evolveva e i fan erano esposti a nuovo materiale. Dopo il congedo dall'esercito nel 1960, il suono e lo stile di Elvis erano cambiati. Il suo primo album dopo il rientro, Elvis Is Back, rifletteva una nuova voce più controllata, maturata durante la sua pausa biennale per il servizio militare. Questo fatto, unito a tecniche di registrazione migliori, rese il sound di Elvis migliore che mai. Lanciò il suo primo nuovo disco dopo due anni, con un repertorio di musica più matura che comprendeva non solo rock & roll, ma anche R&B, pop e gospel.

Oltre alla sua passione per la musica, Elvis aveva anche un desiderio bruciante di diventare un attore serio. Il suo manager, Colonel Parker, incoraggiò quest’aspirazione come meccanismo per aumentare l'esposizione di Elvis. Aspirò a essere un attore drammatico negli anni Cinquanta e all'inizio degli anni Sessanta; tuttavia, il pubblico si struggeva soltanto per la sua musica. Di conseguenza, Elvis fu relegato a ruoli (che lo lasciavano parecchio deluso) nel genere musical. Durante gli anni Sessanta, Elvis si divise tra la carriera cinematografica e quella musicale. Ma mentre la sua carriera nel cinema prosperava, la musica che incideva per i suoi film era deludente. Per compensare questo, Elvis continuò a registrare materiale completamente indipendente dai suoi film, che si basava sulla sua combinazione di stili ormai diventata standard.

Gli anni fra il 1961 e il 1968 videro Elvis cimentarsi nella carriera musicale e in quella cinematografica con discreto successo. Col tempo, però, l'interesse per Elvis cominciò a calare. La sua musica non mostrava più l'originalità e la spontaneità delle sue prime incisioni. Nello stesso tempo la British invasion del 1963, che doveva molto all'innovazione di Elvis negli anni Cinquanta, e i nuovi gruppi musicali americani entusiasmarono la successiva generazione di fan musicali. Band come i Beatles, i Rolling Stones e The Doors, e cantautori come Bob Dylan erano calati sulla scena musicale rappresentando un'alternativa fresca per i giovani fan.

Nel 1968, tutto questo cambiò quando Elvis organizzò un ritorno pienamente maturo. Originalmente concepito per essere uno show di Natale, “Elvis„ lo speciale sul ritorno teletrasmesso nel 1968, portò la carriera di Elvis su nuovi livelli. Delineata partendo soprattutto dal suo repertorio rock & roll degli anni Cinquanta, con una manciata di nuove canzoni, la sua esibizione fu una retrospettiva sulla sua immagine degli inizi, sia nel suono che nello stile. Vestito in cuoio nero, Elvis trasudava lo stesso carisma e la stessa energia grezza che più di un decennio prima avevano catturato un'intera generazione. La sua performance infuocata scaldò il pubblico che aveva dimenticato il dinamismo unico di Elvis Presley. L’intensa reazione dei fan e l’approvazione della critica per lo speciale fornirono a Elvis l’ispirazione per riguadagnare la sua posizione di predominanza in campo musicale. Cominciò con il cambiare la sua procedura di incisione per la prima volta in quasi un decennio.

Un mese dopo lo speciale del ’68, Elvis abbandonò quegli studi di Nashville che aveva chiamato casa negli otto anni precedenti, e cominciò a registrare a Memphis. Inoltre cercò una nuova band per un nuovo sound. Ancora una volta, Elvis rifiutò di essere limitato dalle barriere musicali del giorno e s’impegnò a creare una musica che fosse unicamente sua e che influenzasse il cambiamento. In modo molto simile alla musica che aveva fatto al suo ritorno dall'esercito, l’uscita di Elvis del 1969, From Elvis in Memphis, incorporava numerosi generi. In sostanza, l’album conteneva dodici sue diverse personalità musicali. Trainata dai successi “In The Ghetto” e “Suspicious Minds”, la musica si basava su testi maturi con un impegno sociale.

Elvis era entrato in un'altra fase produttiva della sua carriera. Lo speciale di ritorno del`68 gli aveva anche fornito quell'interazione con il pubblico che gli era molto mancata durante i suoi anni a Hollywood. Nell’agosto del 1969, Elvis tornò a un periodo di riuscite esibizioni live, a partire da quattro settimane di concerti che fecero registrare il tutto esaurito all’International Hotel di Las Vegas - un risultato che superò tutti i record di presenza di Las Vegas. Dopo altri sold out a Las Vegas, intraprese una serie di tour con il tutto esaurito attraverso gli Stati Uniti. Nelle pause tra questi concerti da record di presenze, Elvis continuava a registrare nuova musica. Ancora una volta, i suoi singoli e album furono venduti a milioni.

Nel gennaio 1973 fece epoca nella storia dell’intrattenimento e della televisione (confermando il suo appeal a livello internazionale) con lo speciale “Elvis: Aloha From Hawaii”, trasmesso a più di un miliardo di telespettatori in quaranta paesi. Benché Elvis continuasse a fare tour durante gli anni Settanta, le sue esibizioni in concerto andarono gradualmente diminuendo. La sua musica durante questo periodo fu dominata dalle ballate che riflettevano le difficoltà della vita – tra cui il fallimento del suo matrimonio. Elvis e Priscilla Presley divorziarono nel 1973.

Verso la fine della sua carriera, Elvis amava ancora esibirsi ma si era stancato del processo d’incisione, al punto in cui insisteva per registrare a casa. Tanto che non si presentò mai alla sua ultima sessione di registrazione a Nashville nel gennaio 1977. Alla fine, avendo raggiunto più successo di tutti gli artisti che lo avevano preceduto, Elvis si sentiva costantemente annoiato anche se si sforzava di cercare nuove sfide. Anche il suo stato fisico peggiorava, mentre lottava con numerosi problemi di salute e una dipendenza sempre maggiore dai farmaci.

Malgrado la tragica fine della sua vita e la conclusione improvvisa della sua carriera, le realizzazioni musicali di Elvis non possono che essere definite storiche. È l'unica persona diventata membro di tutte e tre le hall of fame musicali: rock & roll, country e gospel. Le sue vendite americane gli hanno fatto guadagnare dischi d’oro, di platino e multiplatino per 140 album e singoli diversi, molti di più di qualunque altro artista. In tutto il mondo, Elvis ha venduto oltre un miliardo di dischi, più di qualunque altro artista. E se questo non fosse abbastanza, l'anno 2002 (venticinque anni dopo la sua morte) è stato uno dei più riusciti della sua intera carriera. ELV1S 30 #1 HITS è diventato l’album venduto più velocemente della sua carriera, con più di nove milioni di copie vendute in appena qualche mese. L'album è stato numero uno in ventisei paesi. Tutto ciò va a dimostrare che ancora oggi Elvis rimane una delle figure più influenti della musica e della cultura americana. Inoltre, riconosciuto da più generazioni così come da un segmento trasversale della società, Elvis Presley manterrà il suo posto in eterno nella storia americana, mondiale e della musica.

www.vivaelvis.com

www.legacyrecordings.com

www.sonymusic.it

Attached Image: Elivis Prisley2.jpg

Elivis Prisley2.jpg

 
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